Air Force One: recensione

L’Air Force One, l’aereo del presidente degli Stati Uniti d’America, considerato inespugnabile purtoppo rivela una falla all’interno della sicurezza che permette ad un finto giornalista e ad alcuni terroristi di sequestrare l’aereo.

Un piano di emergenza permette al Presidente James Marshall (Harrison Ford) di lasciare laereo, ma lui si rifiuta, i suoi familiari sono in mano dei terroristi, quindi utilizza la via di fuga per mettere in salvo l’equipaggio e determinato a salvare i suoi comincia un lento e inesorabile duello all’ultimo sangue contro i terroristi che occupano l’aereo.

Il folle Egor Korshunov (Gary Oldman) a capo dei terroristi, vuole far liberare un sedicente dittatore quindi comincia le trattative con il governo degli Stati Uniti. Dopo aver fatto fuori buona parte dell’equipaggio, essere stato catturato, essersi scontrato con Korshunov ed essere stato attaccato da caccia militari vicini al dittatore ucciso, il Presidente Marshall tra continui colpi di scena riuscirà a salvare la sua famiglia ed elimInare tutti i terroristi.

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Recensione: Il mai nato

Casey Beldon (Odette Yustman) è profondamente ferita dall’abbandono in tenera età di sua madre, donna instabile e in preda a forti crisi depressive. Il sopraggiungere di strane e inquietanti visioni spaventa e destabilizza Casey, che se all’inizio pensa di scivolare nella pazzia, man mano che le visioni si fanno più concrete e gli indizi riguardanti un bambino fantasma che sembra inviarle degli inquietanti messaggi si concretizzano, la ragazza si convince di essere realmente in pericolo e si mette alla ricerca di indizi.

I pezzi del rompicapo man mano danno forma ad un vero incubo ad occhi aperti, un demone, un Dibbuk nella iconografia della Cabala ebraica, sembra aver infestato il corpo di Casey tramite l’anima inquieta di un gemello mai nato, Oramai le visioni assumono la forza di veri incubi che devastano pesicologicamente la ragazza che scopre  che non solo il demone può passare da un corpo all’altro e vuole usarla come porta d’ingresso per il mondo reale, ma è la conseguenza di una maledizione che affligge la sua famiglia dai tempi della Germania nazista e dei campi di sterminio.

Il rabbino Sendak (Gary Oldman), prima restio a seguire le teorie un pò folli della ragazza, venendo in possesso di un inquietante libro e vittima egli stesso di strani accadimenti e allucinazioni decide di aiutare la ragazza a spezzare la maledizione e a liberarsi del demone…

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David S. Goyer: un fumettaro ad Hollywood

David Samuel Goyer nasce il 22 Dicembre 1965 a Ann arbor (Michigan-USA), dopo il normale iter scolastico si iscrive alla School of Cinema and Television dove nel 1988 si diploma.

Gli esordi sono come sceneggiatore, si specializza in action e scrive gli script di Kickboxer 2 e del carcerario Colpi proibiti, primi successi del roccioso Jean-Claude Van Damme.

L’esordio come autore nel genere fantastico è con il poco memorabile Giocattoli infernali, seguito dal virtual-horror Impatto virtuale e dal sequel Giocattoli assassini.

Il fantastico sembra calzare a pennello alla scrittura di Goyer, che comincia a sfornare dei buoni lavori, come il sottovalutato Il corvo 2, l’ottimo Terrore dalla sesta luna, omaggio agli ultracorpi di Siegel, ed il poco conosciuto e stupefacente Dark city di Alex Proyas, regista de Il corvo.

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Gary Oldman: il lato oscuro della recitazione

L’eclettismo fatto persona, recitazione sempre sul filo dell’ambiguità, tratteggia la follia della malvagità come pochi attori riescono a fare, i suoi villain hanno un’ironia che ne smussa la crudeltà rendendoli più fruibili e meno mostruosi, ma tutti i suoi personaggi hanno questa vena di follia che quando non si palesa con tic e paranoie, rimane appena percettibile sulla superficie delle sue caratterizzazioni e ci affascina non poco, e si avverte potente il lato oscuro della recitazione.

Gary Oldman nasce a Londra il 21 Marzo 1958, da padre marinaio che abbandonerà la famiglia per finire ucciso dall’alcool, sarà kathleen, la madre a crescere lui e le sue due sorelle.

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Il mai nato: a volte ritornano…

Casey Beldon (Odette Yustman) si ritrova a fronteggiare un’anomala possessione demoniaca che viene dal suo passato, il suo fratellino gemello, mai nato ha deciso di accampare diritti dall’aldila’, e lentamente si insinua nella vita della donna, e quando la situazione diventa insostenibile Casey si rivolge ad un amico di famiglia, il rabbino Sendak (Gary Oldman) che la mette a conoscenza della maledizione che grava sulla sua famiglia cercando di aiutarla ad eliminare il malintenzionato e demoniaco fratellino.

Stephen king con La metà oscura ci aveva gia messo in guardia sui gemelli mai nati, e il regista David S. Goyer (Blade trinity) utilizza il medesimo  tema miscelandolo con il filone della possessione, un pizzico di Sesto senso e qualche ammiccamento al filone degli spettri orientali.

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