B-Cult, Terrore nello spazio

Oggi per la rubrica dedicata ai B-movies abbiamo rispolverato Terrore nello spazio (1965), un classico diretto da un maestro del calibro di Mario Bava, papà del Lamberto autore del dittico splatter Demoni e regista di classici del cinema di genere come l’horror gotico La maschera del demonio e il thriller Reazione a catena.

Bava con questa memorabile incursione nel fanta-horror racconta di due astronavi in viaggio nello spazio attirate su un pianeta alieno da un segnale scnosciuto, giunti sul luogo gli austronauti verranno assaliti da una temporanea follia che vedrà i membri degli equipaggi uccidersi a vicenda, con il manipolo di sopravvissuti scoprire che il segnale in realtà era un’esca e che gli incorporei abitanti del planetoide ormai prossimi all’estinzione intendono utilizzare i loro corpi come involucri per lasciare la loro terra morente in cerca di nuovi lidi.

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Science Fiction 2010, a Trieste si premia la fantascienza

Ha debuttato ieri a Trieste la decima edizione del festival internazionale dedicato alla fantascienza Science+Fiction, imperdibile appuntamento per cultori ed appassionati di sci-fi che si godranno una intensa quattro giorni che oltre al concorso, festeggerà il decennale con prestigiosi ospiti, ghiotte anteprime ed eventi editoriali.

La giuria internazionale di quest’anno vede tra i partecipanti due nomi di spicco del cinema di genere made in Italy, Lamberto Bava regista del dittico splatter Demoni e Ruggero Deodato autore del controverso cult Cannibal Holocaust.

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Masters of Horror, Sergio Stivaletti

Oggi spazio horror dedicato a Sergio Stivaletti, uno dei make-up artist italiani più conosciuti e richiesti, collaboratore fidato del regista Dario Argento, negli anni ha esplorato l’arte dell’effetto speciale nella sua interezza, passando dall’utilizzo di make-up tradizionale e trucco prostetico sino all’animatronica, quest’ultima cuore di tanto cinema di genere e purtroppo tecnica quasi del tutto soppiantata dalla CGI.

Stivaletti nutre il suo immaginario con massicce dosi di cinema di genere, inizia riproducendo artigianalmente la stop-motion di Harryhausen, per riuscire con il tempo a frequentare stage con grandi maestri come Rick Baker, premio Oscar per le mutazioni live-action del cult Un lupo mannaro americano a Londra e con lo specialista in zombie Tom Savini.

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I bruttissimi, Squillo

squilloI fratelli Vanzina dopo Sotto il vestito niente in cui facevano il verso al maestro del genere Dario Argento, non mollano e tornano nel 1996 ad approcciarsi al thriller con Squillo. Se la fastidiosa patinatura da magazine d’alta moda non vi era bastata, qui avrete pane per i vostri denti, perchè l’aria da traslucido spottone televisivo con firme e blasonati sponsor che spuntano da ogni dove, toccano vertici da cartellone pubblicitario vivente.

la trama degna di una partita di Cluedo è da manuale del piccolo giallista in erba: un investigatore da Book fotografico interpretato dal modello Raz Degan, che fa rimpiangere l’impermeabile sgualcito e sigaro masticato del mitico tenente Colombo, aiuta la bellona di turno a scoprire chi ha ucciso la sorella, una splendida squillo d’alto bordo, tanto non ci vorrà molto perchè il genio del male aspirante serial-killer ce la metterà tutta per dare una mano.

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Demoni, lo splatter made in italy

demoni 3

Oggi per la nostra consueta rubrica vi proponiamo due film prodotti da Dario Argento che nel vasto panorama horror made in Italy degli annì ’80, e tra la moltitudine di figli illegittimi degli zombie di Romero, vantano un surplus di qualità nella messinscena, con picchi trash notevoli e splatter a iosa.

Ci riferiamo a Demoni e al sequel Demoni 2-l’incubo ritorna entrambi di Lamberto Bava, che oltre ad omaggiare il genere con decine di citazioni, si avvalgono sul piano tecnico dell’esperto di make-up ed effetti speciali Sergio Stivaletti, che senza alcuna paura di strafare, da il via ad una sequela effettacci splatter che vanno dallo spassoso sino all’estremamente creativo, con qualche puntata nel memorabile.

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I bruttissimi, Il bosco 1

ilboscoSe pensavate che al trash ci fosse un limite, se credevate che la Troma avesse il primato per la demenzialità, oggi vi vogliamo stupire con effetti ben poco speciali ed un film di serie Z,  che secondo me potrebbe aspirare a qualcosa di meno, ma l’alfabeto lo salva in calcio d’angolo, stiamo parlando del memorabile Il Bosco 1.

Questo film fu una delle mie fregature di cinefilo in erba, consumato spettatore di horror, ero nel periodo di massimo consumo di filmacci in videocassetta, il mio videoregistratore dava chiari d segni di cedimento, quando in un piovoso pomeriggio invernale notai nella mia videoteca di fiducia questo film, e per nulla intimorito dalla scritta su retro di copertina che descriveva  il regista come l’erede di Frankenstein e Dario Argento (se non ci credete date un’occhiata alla foto dopo il salto), lo noleggiai, benedetta gioventu!

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