Hurricane-Il grido dell’innocenza, recensione

Rubin Hurricane Carter (Denzel Washington) è la vittima sacrificale in un’America razzista fino al midollo, nella quale ancora il colore della pelle è un imprinting genetico che equivale a vergogna ed inferiorità e sono ragazzi come Rubin a pagarne le conseguenze, ritrovandosi a scontare questi ignobili retaggi figliati da bigottismo, discriminazione e violenza. Recluso ingiustamente in un riformatorio Rubin riesce a fuggire dopo otto lunghi anni di detenzione e cerca rifugio nell’esercito dove si arruola per servire la propria patria, ma al ritorno ad attenderlo c’è ancora la prigione. Rubin decide di affrontare sul ring una vita che sembra avergli voltato le spalle diventando un pugile professionista di grande talento, arrivando a sfidare il campione del mondo dei pesi medi, ma l’incontro vedrà Rubin scontrarsi ancora una volta con un malcelato razzismo che sembra aver sporcato anche lo sport.

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Larry Charles: un anarchico ad Hollywood

Larry Charles cineasta newyorkese nasce a Brooklin il 20 Febbraio 1956, produttore e sceneggiatore è noto per il suo stile sarcastico e provocatorio, una carriera ventennale lo vede esordire in tv come autore della serie tv musicale Fridays (54 episodi dal 1980 al 1982), poi in veste di produttore esecutivo per la sit-com The Arsenio Hall Show (19 episodi dal 1989 al 1990) e l’esordio alla regia risale al 2003 con la commedia musicale, interpretata da Bob Dylan, ed inedita in Italia Masked and anonymous, il soggetto e la sceneggiatura di questo lungometraggio sono scritti a quattro mani da Dylan e dallo stesso regista, nel cast un Ed Harris irriconoscibile ed una colonna sonora che annovera i nostrani Francesco de Gregori ed Articolo 31.

Dal 2005 drigerà la serie tv Curb your enthusiasm (13 episodi dal 2005 al 2007), nel 2006 il film che lo farà conoscere al grande pubblico internazionale, Borat, satira al vetriolo con molte cadute di stile ed eccessi vari, il protagonista è uno dei comici più famosi del Saturday Night Live, Sacha Baron Cohen, che si trasforma in un improbabile giornalista kazako in visita in America, Charles non risparmierà nessuno e colpirà basso tra religione, politica, sesso e star mediatiche in un frullatone demenzial -anarchico politicamente scorretto, non sempre ficcante, ma sicuramente con molti momenti esilaranti.

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São Paulo International Film Festival e Viennale – Vienna International Film Festival

Col freddo che comincia a mettermi i bastoni fra le ruote, l’istinto è quello di andare subito in un posto dove possa sfuggire a questo clima e magari assistere a qualche film di qualità. La risposta alle mie esgenze è il São Paulo International Film Festival.

Si tratta di un festival cinematografico no-profit che ha luogo a San Paolo dal 17 al 30 Ottobre. L’evento è diviso in tre categorie principali: Perspective, Special Screenings e una sezione dedicata ai nuovi registi emergenti.

Come spesso accade in questo tipo di manifestazioni, una parte del festival è dedicata a una retrospettiva della scorsa edizione. Successivamente, proiezioni come se piovessero. Ci faremo sentire anche noi italiani, con la presentazione di film come Cover Boy: l’Ultima Rivoluzione di Carmine Amoroso, nella sezione Perspectiva Internacional e Fine Pena Mai di Davide Barletti e Lorenzo Conte a cui assisteremo nella sezione Competição Novos Diretores, quella dedicata ai nuovi talenti.

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