Recensione: Madagascar

E’ propiro vero che i viaggi più belli, spesso, sono quelli non programmati. L’impatto visivo che può avere su di noi un paese come il Madagascar può avere effetti collaterali gradevolmente incontrollabili sulle nostre emozioni.

E pensare che noi abbiamo Internet, e la possibilità, almeno, di farci un’idea del luogo il cui suolo ci accingiamo a calpestare. Questa possibilità non è certo disponibile ad Alex, Melman, Marty e Gloria. Tutto ha inizio quando quel sognatore e creativo di Marty, una zebra intelligente e irrequieta, giunge al suo decimo compleanno con la smania di uscire dagli angusti confini dello zoo.

Forse è colpa del cielo, che sembra essere lo stesso da tutte le parti del mondo; se non fosse stato per quella organizzatissima cricca di pinguini, però, le cose non sarebbero andate come sono andate; Marty si aggrega ai non-pennuti, e i suoi amici decidono di seguire il folle.

I quattro, insieme a due scimmie dai modi eleganti, Mason e Phil, siritrovano loro malgrado a Grand Central Station, sedati, e pronti per essere sepditi in Kenya, grazie alle proteste degli animalisti. Il piano di fuga dei pinguini però è ben lungi dall’essere terminato, e gli scatoloni contenenti i nostri protagonisti finiscono in mare, e approdano in Madagascar.

Dopo qualche difficoltà iniziale i quattro si ambientano; inizialmente credono di essere in California, poi si rendono conto di essere molto, molto in errore; incontrano King Julien XIII, il re dei lemuri, che li accoglie con il suo istrionico entusiasmo.

I nostri amici si ambientano, qualcuno, direi, troppo. Sto parlando di Alex, che tra le altre cose, ritrova il suo istinto di predatore; è più forte di lui: mentre vede correre Marty, lo vede sotto forma di bei pezzi di carne già tagliata.

Ci vorrà la forza dell’intensa amicizia che li lega per far prevalere, in Alex, una maturata razionalità. Madagascar è un film strabiliante, fatto di ingredienti altrettanto strabilianti, a partire dalla tecnica usata per le animazioni, per arrivare alla simpatia dei personaggi e all’originalità della storia.

Il cast dei doppiatori, che noi ci perdiamo in toto, comprende Ben Stiller nei panni di Alex, Chris Rock nei panni di Marty, David Schwimmer invece è Melman mentre Jada Pinkett Smith regala la propria voce a Gloria. Una nota particolare va a Sacha Baron Cohen che dona un curioso accento indiano al re Julien dei lemuri.

Al momento dell’uscita del film, la critica si è divisa in due, ma il film è stato un successo al botteghino. A me è piaciuto tantissimo, DreamWorks Animation sotto certi aspetti ha veramente una marcia in più; mi riferisco in particolare alle trovate umoristiche, sulle quali spicca l’atteggiamento serio e organizzato dei pinguini.

La questione dell’emergere dell’istinto di Alex è delicata, appassionante e divertente allo stesso tempo. Siamo con Alex fintantochè tutto non si rivela come non-irrisolvibile, ma fino a quel momento dubitiamo, e questo ci tiene incollati al video.