Miss Marzo: recensione in anteprima

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Eugene e Tucker sono studenti al college e grandi amici, pur essendo due persone con una visione della vita e delle donne fondamentalmente diversa, il primo crede nell’astinenza e al sesso con amore, mentre il secondo è un sessuomane che vede tutte le donne come conigliette di Playboy e idolatra filosofia e rivista di Mr. Hugh Hefner.

Eugene pensa che non sia ancora il momento di fare sesso con Cindi, la sua ragazza nonostante quest’ultima insista, dietro le continue insistenze di Cindi e l’incoraggiamento di Tucker, Eugene decide che la festa del diploma possa rappresentare il momento giusto per fare il grande passo, così pianificato il tutto si attende la fatidica serata.

Arrivato il momento Eugene sente una grande paura ed incertezza, ed il genio del suo amico che fa? Pensa di infondergli il giusto coraggio facendolo ubriacare e così invece che un’indimenticabile serata a base di sesso, il povero Eugene completamente sbronzo caracolla giù per una tromba di scale e finisce in coma.

Dopo quattro anni Eugene torna alla vita, risvegliatosi scopre che tutto è cambiato, tranne il suo amico Eugene, che lo informerà che la sua ex-ragazza del college, la dolcissima e morigerata Cindi, ha intrapreso la carriera di coniglietta di Playboy. Vista la situazione l’incredulo Eugene intraprenderà un viaggio della speranza verso villa Playboy coinvolgendo l’amico Tucker con la ferma intenzione di  riprendersi la sua ragazza…

I due protagonisti di questo road-movie demenziale, Zach Gregger e Trevor Moore, ne sono anche i registi, girato a quattro mani seguendo il filone dei classici college-movie, Miss Marzo ne rispetta pienamente canoni e clichè inanellando una discreta sequela di gag riuscite e sfoggiando una serie di bellezze da calendario veramente notevoli.

Se amate gli American pie ed affini e non cercate una comicità troppo ricercata, Miss Marzo non mancherà di divertirvi, dopotutto la comedy americana per teenager ha un suo pubblico e come in questo caso presenta una coppia di protagonisti/registi particolarmente affiatata che non ha grosse pretese se non quella di divertire all’insegna del disimpegno più assoluto.