La promessa di un pistolero, recensione

post2544951215691623di7 []Matt Austin (luke Perry) è un ex-sceriffo in cerca di vendetta, sulle tracce dell’uomo che gli ha sterminato la famiglia uccide per sbaglio un innocente, che in punto di morte gli fa promettere che consegnerà il suo corpo alla sorella Amaya (Jaclyn DeSantis).

Austin roso dal rimorso accetta lo scomodo incarico e trasporta il corpo dell’uomo fino alla fattoria della sorella, qui stringe un forte legame con quest’ultima che vessata da Horn, un ricco proprietario terriero senza scrupoli, difende strenuamente la sua terra.

In cerca di redenzione per l’errore commesso, l’uomo deciderà di aiutare Amaya a difendere la sua proprietà, e innescherà una vera e propria guerra contro il dispotico Horn, scoprendo con sua grande sorpresa che è proprio quest’ultimo il responsabile dell’assassinio della sua famiglia.

Un bel dispiego di mezzi da parte dei produttori americani, gran battage pubblicitario e un terzetto di volti noti del piccolo schermo con il non facile compito di ringiovanire il genere, tutto questo per indirizzare la fruizione di un genere considerato adulto, verso un target di pubblico più giovane arrivando a confenzionare così un dinamico tv-movie che fa dell’azione il suo punto di forza.

Il regista Armand Mastroianni (Contatto Finale, Pandemic-Il virus della marea) esperto in thriller ed action per il piccolo schermo, nonchè responsabile della trasposizione del caso letterario La profezia di Celestino, cerca di dare un pò di dinamicità a tutta la storia e in parte ci riesce.

La promessa di un pistolero ha tutti i difetti tipici del formato televisivo e questa volta, nonostante il notevole sforzo produttivo, è proprio una certa esperienza che manca a tutta l’operazione.

Da lodare l’intenzione di puntare su un cast relativamente giovane, ma è proprio la mancanza di un personaggio forte e carismatico che rappresenti il genere e che ne consolidi riti e clichè, il tallone d’Achille di tutta l’operazione.