Il mondo è troppo impegnato a rivendicare il passato per apprezzare The Lighthouse di Robert Eggers

the lighthouse di robert eggers

Proprio di The Lighthouse di Rober Eggers avremmo bisogno, oltremodo, per insegnare al pubblico di oggi che il cinema è nato da un non-cinema. Tutto ciò che c’era prima era la quarta dimensione del teatro, quella in cui gli attori recitavano in absentia di fronte a un pubblico pagante fino ad evolversi in supporti fruibili dal divano di casa o dalla macchina del drive in.

The Lighthouse di Robert Eggers è MurnauWieneLang, è Edgar Allan Poe ed è Ingmar Bergman, ma è anche uno stato dell’arte che non si traduce in un maldestro tentativo di ridimensionare la storia. Eggers l’ha voluta omaggiare e, allo stesso tempo, l’ha riproposta in 4:3 e con i 35 mm. I volti di Williem DafoeRober Pattinson sono già lerci e stanchi, quando li vediamo per la prima volta solcare lo schermo durante la visione.

Si svelano di spalle, poi arrivano su quello scoglio del New England sul quale dovranno sorvegliare il faro per delle settimane. Il mare, intorno a loro, sarà la prigione. Dafoe è un despota goffo, Pattinson è l’assistente ribelle che rifiuta di bere alcol e si spacca la schiena per tutte le mansioni. Tranne per il faro: Dafoe ne è geloso e non consente ad altre persone di accedervi.

Così Dafoe, che snocciola frasi da boomer contro il suo assistente così giovane e ingenuamente eversivo, muove i fili di una convivenza forzata fino al giorno in cui i due compari dovranno fare ritorno sulla terraferma. La nave che doveva venire a prenderli, però, non arriva. I due si tuffano nell’alcol e inizia una follia di cui avevamo già avvertito l’odore nelle scene precedenti. C’è la sirena che tormenta Pattinson come millenni fa accadde a Ulisse; ci sono i ricordi, il lezzo degli escrementi e del vomito, la rabbia e la voglia di uccidersi a vicenda.

C’è, poi, quella morbosità che coniuga fame e sesso, la voglia di conoscere cosa nasconda il faro e il tormento di due uomini i cui ruoli si invertono continuamente fino a trascinarci nel vortice. The Lighthouse di Robert Eggers è il ritorno del cinema-teatro: l’inglese antico, i primi piani e la passione dell’uomo incollano allo schermo.