Una poltrona per due, recensione

Una poltrona per due

Louis Whintorpe III (Dan Aykroyd) è un broker di successo, la vita gli sorride in maniere davvero imbarazzante, bella casa, maggiordomo personale, serate mondane con ricca fidanzata al seguito tra circoli esclusivi e serate di gala, insomma una sorta di paradiso in terra.

Billy Ray Valentine (Eddie Murphy), povero in canna che elemosina fingendosi un veterano di guerra senza gambe, cosa hanno questi duei in comune? Beh praticante nulla, tranne che diventeranno gli ignari protagonisti di una crudele scommessa/test che  i due fratelli titolari della società finanziaria in cui lavora Louis utilizzeranno per capire quanto le radici, status ed estrazione sociale di un uomo incidano sulle tendenze crimimali dello stesso.

Si insomma, a parte il non aver molto da fare tra un drink ed una giocata in borsa, i due diabolici fratelli faranno in modo di portare Billy Ray alle stelle scaraventando Louis nelle stalle, proprio come il detto il primo si beccherà lussi e agi, l’altro finirà nella miseria più nera.

Louis però alla fine scoprirà chi sta dietro al complotto e saputo della scommessa, userà tutta la sua esperienza ed abilità in borsa per vendicarsi del mellifluo duo di vegliardi, e nel farlo verrà aiutato da una bizzarra prostituta e dallo stesso Billy Ray.

Il regista John Landis sforna quella che diventerà negli anni la comedy natalizia per antonomasia, senza strafare con le suggestioni da abete, ma utilizzando il Natale come ideale cornice per ua fiaba tutt’altro che accomodante, nonostante l’inevitabile happy end.

Eddie murphy e Dan Aykroyd danno il meglio, più contenuto del solito il primo, davvero in forma il secondo, entrambi sfoggiano una recitazione efficace aiutati da uno script che dosa con dovizia contenuto e intrattenimento e che tratta con intelligenza un tema che nel periodo natalizio viene messo sotto i riflettori per poi dimenticarsene una volta smantellati albero, adobbi e buoni propositi.

Tiferemo per il cenerentolo Murphy che si gode un pò della  ricchezza accumulata  dall’avido e presuntuoso Aykroyd che in fondo si merita proprio una lezione, per poi ritrovarci a parteggiare per il fantozziano broker in cerca di rivalsa, grazie ad una serie di spassosi e tragicomici eventi che lo investiranno distruggendone ogni barlume di supponenza.

Concludiamo con un doveroso plauso a Jamie Lee Curtis che si dimostra ancora una volta attrice dotata di un’innata vis comica, nonostante il fulgido passato da reginetta dell’horror e Scream queen anni ’80.