E’ morto Blake Edwards

Mercoledì scorso a Santa Monica si è spento all’età di ottantotto anni per una polmonite il regista Blake Edwards, uno degli indiscussi re delle comedy made in Hollywood, Edwards durante la sua carriera esplorò molteplici generi cinematografici come il western, il musical e il poliziesco, ma il suo nome resterà impresso a fuoco nella storia del cinema per aver creato la serie de La Pantera Rosa, lanciato Bruce Willis, affermato con forza il surreale genio comico di Peter Sellers e girato un classico senza tempo come Colazione da Tiffany.

Edwards nasce a Tulsa, seconda maggiore città dell’Oklahoma il 26 luglio 1922, i suoi esordi sono come autore ed attore radiofonico ed è in questo periodo che conosce il compositore Henry Mancini che scriverà le musiche di tutti i piu grandi successi del regista, tra questi i memorabili temi di Colazione da Tiffany, Victor Victoria e La Pantera Rosa, colonne sonore che regaleranno a Mancini tre premi Oscar.

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Tony Curtis ricoverato d’urgenza per un attacco d’asma

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E’ di qualche ora fa la notizia che l’attore Tony Curtis, indimenticabile protagonista con Jack Lemmon e Marilyn Monroe della comedy di Billy Wilder A qualcuno piace caldo e serial-killer ne Lo strangolatore di Boston di Richard Fleischer, è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale di Las Vegas dopo aver avuto una crisi respiratoria.

Curtis era in visita ad Henderson in Nevada per inaugurare un mostra di suoi dipinti, sembra che l’attore ottantacinquenne, che ricordiamo sposato cinque volte e padre dell’attrice Jamie Lee Curtis, soffra da tempo di una broncopneumopatia cronica che lo rende spesso soggetto ad attacchi di asma e infezioni polmonari, nel 2006 una polmonite lo ridusse in fin di vita causandogli un coma di alcuni giorni.

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Sindrome cinese, recensione

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La giornalista televisiva Kimberly Wells (Jane Fonda) in compagnia del suo cameraman è intenta a realizzare un servizio in una centrale nucleare, accompagnata in un giro esplorativo da un responsabile delle relazioni esterne  assiste fortuitamente ad un incidente, l’operatore di Kimberly a cui era stato chiesto di spegnere la telecamera per motivi di sicurezza non lo fa e riprende tutto.

L’emergenza dopo qualche istante di panico sembra rientrata, ma quando Kimberly montato e visonato il servizio tenterà di mandarlo in onda, i boss della rete la fermeranno adducendo scuse inconsistenti e non facendo altro che sobillare ulteriormente la curiosità  della giornalista.

Kimberly sapendo di avere un grosso servizio per le mani non si darà per vinta e prima intervisterà un tecnico della centrale, Jack Godell (Jack Lemmon), il quale nonostante le rassicurazioni mostrerà una palese preoccupazione per l’avvenuto, poi farà anche visionare il filmato ad un esperto che profilerà un imminente disastro nucleare dalle devastanti conseguenze.

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Baby Mama, recensione in anteprima

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Kate ha 37 anni, è una professionista appagata, una donna in carriera all’apice del successo, sembra non mancarle proprio nulla, ma quando inevitabilmente l’orologio biologico, aiutato da una snervante madre impegnata in una campagna pro-matrimonio, si mette in moto, a Kate sembra esplodere incontrollato un bisogno latente di maternità che col passare del tempo si rivela un’ossessione.

Quindi inizia la fase successiva, appurato l’istinto materno si cerca il partner ideale con cui sfornare il dolce e appagante bebè, ma Kate è un pò troppo decisa ed aggressiva, a tal punto da far fuggire a gambe levate i papabili. Si passa così alla Fase 2: l’adozione, insomma non sarà poi così difficile adottare un bambino, dopotutto kate può regalargli una vita agiata, ma niente da fare neanche su quel fronte.

fase 3: l’inseminazione artificiale fai da te, Kate si rivolge ad una banca del seme, e dopo un mostruoso e imbarazzante puzzle genetico con cui sceglie il suo partner virtuale ideale, Kate si porta a casa il suo bel contenitore e passa un mese nel vano tentativo di restare incinta. Rivoltasi in extremis ad uno specialista scopre che c’è solo una possibilità su un milione che l’inseminazione artificiale vada a buon fine.

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Recensione: A qualcuno piace caldo

Chicago anni ’20, in pieno proibizionismo il duo di musicisti Joe (Tony Curtis) e Jerry (Jack Lemmon), rispettivamente sassofonista e contrabbassista suonano in vari locali sbarcando il lunario con serate improvvisate in varie orchestre della città, sono piccoli lavoretti che durano poco e fruttano ancor meno.

Una sera le cose precipitano, dopo un’irruzione della polizia in un locale dove i due si esibiscono, Joe e jerry perdono il lavoro e per varie coincidenze si trovano ad assistere loro malgrado alla famigerata strage di San Valentino, diventando così scomodi testimoni da eliminare.

Braccati dagli scagnozzi di Ghette (George raft), il boss mandante della strage, Joe e Jerry si danno alla macchia, ma l’unica salvezza sembra una scrittura in un’orchestra che sta per partire per la Florida, unico incoveniente i due musicisti richiesti devono essere di sesso femminile, così come tutta al femminile è l’intera orchestra in partenza.

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