Storia di una Capinera, recensione

Siamo a Catania nel 1854, la bella Maria (Angela Bettis) novizia in un convento non per sua scelta si ritrova libera e rispedita a casa dopo un’epidemia di colera, la ragazza una volta tornata a casa riprenderà contatto con i luoghi che le hanno dato i natali e rinverdirà un’attrazione provata per il bell’Antonio che tutti chiamano Nino (Johnathon Schaech), figlio di alcuni vicini di casa e fratello della sua migliore amica. Purtroppo per Maria il sentimento che coltiverà e che presto si trasformerà in passione sarà destinato a sfiorire, perchè si scoprirà che Nino è stato promesso alla di lei sorellastra e per Maria devastata da un amore corrisposto, ma impossibile resteranno solo i voti e le mura di un convento a far da cornice al suo cuore spezzato.

Terzo adattamento ad opera di Franco Zeffirelli tratto dall’omonimo racconto di Giovanni Verga datato 1869, dopo un primo adattamento muto per il grande schermo del 1917 diretto da Giuseppe Sterni seguito da quello di Gennaro Righelli del ’43.

Zeffirelli prosegue la sua personale rappresentazione letteraria e tragica dell’amore, così dopo aver adattato l’amore impossibile di Romeo e Giulietta e la gelosia folle e tragica dell’Otello si dedica alla struggente storia d’amore narrata da Verga e ne fa un adattamento visivamente ricercato, prendendosi qualche libertà sull’evolversi degli accadimenti e confezionando un dramma in costume dalle numerose suggestioni pittoriche, ma come è nello stile di un regista piuttosto formale nella messinscena Storia di un capinera manca di quel pathos viscerale che l’inesperienza dei due protagonisti in qualche modo amplifica, rendendo l’operazione esteticamente interessante, ma emotivamente poco coinvolgente.

Note di produzione: nel cast figura anche Vanessa Redgrave, i due giovani attori protagonisti Angela Bettis e Johnathon Schaech sono alla loro prima esperienza cinematografica, con Schaech che è recentemente apparso nell’action-thriller Takers. film è stato girato ad Aci Trezza (Aci Castello), Catania, Etna, Noto, Zafferana Etnea e ad Aci San Filippo nei pressi dell’Eremo Sant’Anna.