Recensione: Mission Impossible III

La musica in 5/4 accompagna l’inizio dell’ennesima missione, la terza, per la precisione, che vede l’agente Ethan Hunt alle prese con problemi (quasi) impossibili da risolvere. Il direttore d’orchestra è JJ Abrams, e con questo vi fate un’idea della potenzialità del film.

Iniziamo col vedere Ethan in una situazione che francamente non gli si confa: si sta per sposare con Julia, e sembra essersi ritirato dalle scene. Le premesse, però, non sono delle migliori, secondo me: Julia ignora completamente la sua doppia identità.

Ci pensa il fato a fare il resto: l’Impossible Mission Force chiama, e Ethan suo malgrado (siamo sicuri?) risponde. Stavolta la corsa è contro il tempo, oltre che contro il nemico: una collega è scomparsa, e non nella migliore delle situazioni.

Mission Impossible 3 è un film vorticoso, irrequieto, che non riesce a rimanere in una location per troppo tempo. da Berlino ci si ritrova proiettati a Roma, all’interno del Vaticano, anche se le riprese delle suggestive scene italiane sono state effettuate alla Reggi adi Caserta.

La corsa contro tutto termina platealmente a Shangai, con un funambolico scontro che vede protagonista il nostro Ethan e il cattivo, Owen Davian, interpretato da un magistrale Philip Seymour Hoffman.

Grosso, invadente e cattivo, Hoffman interpreta un trafficante senza troppe riserve che tiene lo sguardo fisso puntato su una formidabile arma chimica, oggetto dell’aspra ed elettrizzante contesa. Tutti sono disposti a tutto, ben coscienti che non c’è posto per entrambi.

La regia è veramente mirabile
. L’alternarsi delle consuete e spettacolari scene d’azione con flashback e momenti addirittura più riflessivi è orchestrato in modo lineare e scorrevole, mentre l’attenzione dello spettatore non cala di un millimetro.

Durante il film, con un l’accenno a una componente quasi videoludica, vediamo Hunt imboccare bivi come se fosse assolutamente certo di quello che fa, in una professionalità assolutamente necessaria per sopravvivere in ognuna delle rocambolesche situazioni che si trova a dover fronteggiare.

Il bianconiglio beffardo non è un capriccio puerile ma la salvezza del mondo, il cercare di tirar fuori il globo terracqueo dalle grane in cui si caccia sempre, per colpa di individui come l’ingordo Owen.

Il cast vede, oltre ai consueti Cruise e Hoffman, Ving Rhames nei panni di Luther Stickell, Keri Russell è invece Lindsey Farris, Bahar Soomekh è Ms. Kari, Laurence Fishburne nei panni di Brassel e Michelle Monaghan nei panni della sfortunata Julia.