Rampart, recensione in anteprima

Dave Brown (Woody Harrelson) è un poliziotto in forze al dipartimento di polizia di Los Angeles che si trova nel bel mezzo di uno scandalo che coinvolge diversi suoi colleghi e rischia di travolgere anche lui. Dave è una testa calda con una vita privata incasinata che lo vede relazionarsi a fatica con le sue due figlie e due ex-mogli che a turno se lo ritrovano nel letto e che tentano in ogni modo di troncare questo strambo rapporto a tre. Nel frattempo Dave che è un irrequieto incontra in un bar la fascinosa Linda (Robin Wright) che a ben guardare è ancor più misteriosa e incasinata di lui e tra di loro saranno scintille. Purtroppo Dave riuscirà a rendere la sua situazione ancor più ingarbugliata pestando a sangue un uomo, diventando il perfetto capro espiatorio per lo scandalo in corso e iniziando ad abusare di alcol e farmaci entrando in una spirale che lo porterà inevitabilmente a toccare il fondo.

Dopo la nomination agli Oscar con l’intenso The Messenger, il regista israeliano Oren Moverman torna a collaborare con Woody Harrelson per un nuovo dramma indipendente che fruisce ancora una volta di una trama realistica fortemente radicata nel presente, in The Messenger c’era la guerra in Iraq stavolta c’è lo scandalo Rampart che negli anni ’90 coinvolse una squadra di poliziotti anti-gang di Los Angeles accusati di corruzione e svariati altri crimini.

Già nel solido Dark Blue-Indagini sporche con Kurt Russell, nel recente A.C.A.B. E nella memorabile serie tv crime The Shield, senza dimenticare gli eccessi de Il cattivo tenente di Abel Ferrara, si era esplorata e narrata con un certo vigore la corruzione e alcuni comportamenti borderline che affligono le forze dell’ordine e anche in questa ulteriore digressione squisitamente autorale confezionata da Overman, si torna ad esplorare il lato oscuro celato dietro ad una divisa e il potere che inevitabilmente ne deriva e che in qualche caso incrina ogni dettame etico e morale.

Rampart è un vero e proprio one man show in cui Harrelson rispolvera un suo cavallo di battaglia, una caratterizzazione borderline, tormentata e sempre pronta al guizzo folle e alla violenza come imprinting genetico e in questo caso il ruolo gli calza davvero a pennello e il suo cattivo agente si aggira rabbioso in un microcosmo di figure femminili, che con l’evolversi del suo disagio non riusciranno più a compensare la sua precipitosa discesa in un girone infernale fatto di sensi di colpa e fallimenti.

Overman confeziona un fascinoso poliziesco a tinte noir, la sceneggiatura è dello stesso Overman e dell’esperto in crime James Ellroy, in cui si racconta l’uomo dietro la divisa e le sue innumerevoli debolezze ricorrendo ad una regia raffinatissima e a immagini capaci di cogliere l’attimo, sospese tra realtà e un immaginifico in celluloide che flirta con il cinema genere e i suoi clichè senza mai concedersi totalmente, mettendo in mostra mestiere e personalità.

Note di produzione: nel cast figurano anche Sigourney Weaver, Ice Cube, Steve Buscemi, Ben Foster e Anne Heche. Lo scandalo Rampart ha coinvolto più di 70 agenti di polizia assegnati o associati con l’unità anti-gang CRASH Rampart con condanne per sparatorie non provocate, pestaggi, creazione di false prove, furto e lavorazione di sostanze stupefacenti, rapina in banca e falsa testimonianza.