Di nuovo in gioco, recensione

Gus Lobel (Clint Eastwood) è un anziano talent-scout che scova da una vita giovani promesse del baseball per gli Atlanta Braves, purtroppo per lui una malattia degenerativa gli sta togliendo la vista mettendo a rischio il suo lavoro, una notizia che se arrivasse ai vertici della squadra lo porterebbe ad un pensionamento forzato. Fortuna vuole che ai vertici ci sia Pete Klein (John Goodman) uno dei suoi amici più cari che scoperto il problema manterrà il segreto,  ma ne informerà Mickey (Amy Adams), la figlia avvocatessa di Gus.

Gus e Mickey hanno un rapporto conflittuale, lei lo accusa di essere stato un padre assente, lui dal carattere burbero non riesce ad esternare i propri sentimenti sembrando troppo duro e insensibile. Un viaggio per reclutare un nuovo battitore sarà l’occasione per padre e figlia di stare un po’ insieme, confrontarsi e scoprire quanto caratteri difficili e poca comunicazione creino traumi e distanze all’apparenza incolmabili.

Clint Eastwood, dopo aver annunciato il suo ritiro dalle scene per dedicarsi esclusivamente alla regia,  decide di tornare davanti alla macchina da presa nel debutto alla regia del produttore Robert Lorenz che gli affianca la talentuosa Amy Adams, il veterano John Goodman e un volenteroso Justin Timberlake.

In questo caso possiamo tranquillamente affermare che sono gli attori a fare il film, perchè la regia di Lorenz è priva di personalità e la sceneggiatura di Randy Brown troppo prevedibile e poco ispirata. Nonostante il film non brilli particolarmente a livello di drammatizzazione, l’alchimia creatasi su schermo tra Eastwood e la Adams è davvero coinvolgente, lei conferma il suo eclettismo, lui rispolvera il repertorio che lo reso un divo, un registro drammatico ruvido e gradevolmente familiare.

Di nuovo in gioco nonostante tutti gli evidenti limiti mostrati è un film piacevole nel suo complesso, che punta tutto su un realistico rapporto padre-figlia lasciando che il baseball resti ai margini e funga da cornice ad una notevole prova d’attori, insomma che amiate o non il filone sportivo, il film di Lorenz ha tutto il necessario per rendersi un film godibile pur senza svettare.

Nelle sale dal 29 novembre 2012

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Note di produzione: nel cast figurano anche Matthew Lillard e Scott Eastwood (il figlio di Clint Eastwood); la colonna sonora del film è di Marco Beltrami; Robert Lorenz in veste di produttore è un collaboratore di lunga data di Eastwood per il quale ha prodotto Mystic River, Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima.