The Descent 2, recensione in anteprima

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A due giorni dall’epilogo del primo capitolo in cui un gruppo di speleologhe durante un’incursione in alcune grotte inesplorate tra i monti Appalachi vengono massacrate da alcune mostruose creature antropofaghe che abitano il sottosuolo, troviamo la zona in gran fermento, le autorità locali e un gruppo di salvataggio stanno cercando di ritrovare le donne, che però sembrano svanite nel nulla.

Fortuna vuole che a qualche chilometro di distanza, Sarah (Shauna MacDonald) una delle disperse rispunti in superficie ricoperta di sangue e sotto shock, senza alcun ricordo dei terrificanti eventi accaduti. Lo sceriffo della zona per non attirare la morbosa curiosità dei giornalisti decide di tenerli all’oscuro degli sviluppi e interrogare la donna, che naturalmente non avendo riportato alcuna ferita degna di nota diventerà ben presto la principale sospettata di una presunta carneficina.

Lo zelante poliziotto, deciderà di scoprire di persona cosa sia realmente accaduto in quelle grotte e rimessa in piedi Sarah la costringerà a ripiombare nell’incubo grazie ad una improvvida missione di recupero, che oltre alla ragazza e l’agente vedrà impegnati il vice-sceriffo Elen Rios (Krysten Cummings) e tre esperti speleologi. Grazie all’ingresso di una miniera abbandonata.il gruppo riuscirà a raggiungere le grotte incriminate, diventando in men che non si dica la portata principale di un efferrato banchetto.

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Wrong Turn, la trilogia

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Per l’angolo dedicato all’horror oggi vi segnaliamo la trilogia cannibal-family di Wrong Turn, che dopo il primo capitolo Wrong turn-Il bosco ha fame prodotto dal mago del make-up Stan Winston, ideatore anche del look del terzetto di cacciatori deformed, proseguirà autonomamente il suo percorso produttivo imboccando la strada del direct-to-video perdendo in qualità, ma non in efferatezza.

Il regista Rob Schmidt nel primo episodio mette in scena un convenzionale, ma efficacissimo survival horror, gli ingredienti del filone a base di famglie D&D (deformi e disturbate) ci sono tutti, gruppetto di ragazzi sperduti, immensa foresta isolata, terzetto di cannibali patiti della caccia, e naturalmente l’ora di cena che incombe sui fuggitivi.

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The monster maker: tributo a Stan Winston

Il 15 giugno del 2008, nella sua casa di Los Angeles muore Stan Winston, un vero maestro ed artista che ha nutrito i nostri incubi di adolescenti popolando l’immaginario cinematografico degli ultimi trent’anni di mostruose creature mitologiche, alieni letali, supereroi da cinefumetto e implacabili cyborg sterminatori.

Qualche nota biografica:

Stan Winston nasce il 7 Aprile 1946 a Richmond (Virginia-USA), una lunga gavetta per Stan, fino al suo approdo nel 1969 ad Hollywood dove la Disney si accaparra il talento di questo giovane make-up artist che comincia a sperimentare materiali e tecniche innovative, fino ad avvicinarsi all’animatronica, una tecnica che utilizza veri e propri robot comandati a distanza da un corposo team che gli da movenze ed espressioni tramite una avanzatissima tecnologia e che ha permesso a stan winston, ed al suo gruppo di lavoro di creare personaggi che rimarranno nella storia del cinema.

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