Robot, 90 anni di fantascienza al cinema e non solo

Nonostante sia trascorso quasi un secolo il termine robot, che proprio in questi giorni compie 90 anni, è ancora uno dei termini più rappresentativi dell’universo fantascientifico, dalla notte dei tempi si è contribuito a creare un vero e proprio immaginario popolato da versioni meccanizzate e antropomorfe dell’essere umano che con il passare dei decenni hanno subito fisiologiche ed inevitabili mutazioni, vedi allora coniare termini come cyborg, androide o replicante adattandoli di volta in volta al concetto di umanità e coscienza di se, all’essere in quanto esistere con tutti i dilemmi che ne possono conseguire.

Il cinema dal canto suo ha saccheggiato l’immaginario dei piu grandi scrittori di fantascienza per dare corpo ad un esercito di automi in celluloide dalle più svariate fogge e dalle diverse personalità, lo scrittore Isaac Asimov va oltre immaginando una società il cui i robot rappresentano il quotidiano e coniando le Tre leggi fondamentali della robotica che ritroveremo applicate ne L’uomo Bicentenario e violate nel thriller-fantascientifico Io, Robot, oltre che citate dall’androide Bishop nel sequel Aliens-Scontro finale.

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B-cult: Hardware-metallo letale

Piccolo capolavoro che esplora i confini del cyberpunk sconfinando nell’horror e nella fantascienza post-apocalittica di sempre, citazioni da Mad Max, 1997: fuga da New York passando per l’apocalittico 2022: i sopravvissuti e omaggiando le atmosfere di cult come Alien di Ridley Scott.

In un futuro in cui la terra è ormai uno sterile deserto, e una guerra infinita ha devastato le città, in alcune zone ancora abitabili, alcuni mercanti trafficano in hardware. è in una di queste zone che un uomo regala i resti di un robot alla fidanzata scultrice, non sapendo che i resti in questione appartengono ad una micidiale arma militare, un robot killer denominato M.A.R.K. 13.

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Gerald McMorrow: mondi paralleli e vigilanti mascherati

Gerald McMorrow regista londinese classe 1970, dopo un iter scolastico comune a molti suoi colleghi e la frequentazione della New York Film School , McMorrow si indirizza verso il mondo della musica e la realizzazione di videoclip musicali, tra gli artisti con cui collabora citiamo Tom Jones, Catatonia e My vitriol.

Il passo successivo è la pubblicità, il regista realizza molti spot, collabora con prestigiose aziende e importanti agenzie, il suo lavoro viene premiato con alcuni importanti riconoscimenti tra cui il Creative Circle and British Television Advertising Award.

Nel 1990 è nella crew che collabora con il regista Richard Stanley alla realizzazione del B-movie Hardware, tra splatter, sci-fi e cyberpunk, un piccolo gioiello di tecnica e creatività.

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