Tim Sullivan adatta romanzo su Jim Morrison

Il sito Collider riporta che il regista Tim Sullivan (2001 Maniacs) ha opzionato i diritti cinematografici per portare su grande schermo il romanzo The Poet in Exile scritto da Ray Manzarek, tastierista dei leggendari Doors e che vede protagonista Jim Morrison. Sullivan ha intenzione di dirigere egli stesso l’adattamento scrivendo la sceneggiatura insieme a Gavin Heffernan (Chillerama) e Liz Sullivan (Icons and Outcasts).

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When You’re Strange, recensione

In Where You’re Strange vengono scrupolosamente narrati esordi, ascesa, affermazione e quasi inevitabile caduta della band californiana dei Doors e del loro frontman, il cantante e poeta Jim Morrison che tra droghe, alcol e un’aria da angelo caduto si trasformò in un’icona della contestazione giovanile. portando una ventata di anarcoide estro creativo nel panorama della musica rock, che tra gli anni ’60 e ’70 visse il suo periodo di maggior fragore.

Il regista indipendente Tom DiCillo, lo stesso che regalò nel ’91 il primo ruolo da protagonista a Brad Pitt con il suo film d’esordio Johnny Suede che narrava di un’aspirante cantante Rockabilly, stavolta si cimenta con un gruppo leggendario che ha segnato un’epoca e lo fa con estrema cura per la verità senza voli pindarici all’insegna dell’iconografico, non per niente il tastierista del gruppo, Ray Manzareck ha definito il documentario di DiCillo come l’anti-Stone e la vera storia dei Doors, riferendosi naturalmente al film The Doors che il regista di Platoon diresse nel ’91 e in cui nessuno della band si riconobbe.

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Somewhere, recensione

Johnny Marco (Stephen Dorff) è una star partorita dalla Hollywood più vacua e dissoluta, la sua è un’esistenza totalmente scollegata dalla realtà, tanto che la sua residenza è una suite del leggendario hotel di Los Angeles Chateau Marmont dove ha trovato la morte l’attore John Belushi, si è ferito Jim Morrison e dove hanno transitato la Garbo, Marilyn Monroe e James Dean.

Il quotidiano di Marco è scandito da festini a base di droga, discinte spogliarelliste e sesso occasionale, il tutto immerso in un torpore che aiuta a nascondere un’apatia di fondo a cui si aggiungono interminabili corse senza meta in Ferrari, sedute fotografiche, conferenze stampa e via così, un caotico giorno vuoto dietro l’altro.

A sconvolgere il torpore delle giornate di Marco spunterà la figlia undicenne Cleo (Elle Fanning) frutto di un matrimonio fallito che spingerà l’uomo al cambiamento con piccole invasioni di campo, non facendo altro che mettere di fronte a Marco un diverso punto di riferimento e le responsabilità di un ruolo, quello di padre, mai realmente preso in considerazione.

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Meg Ryan, un’attrice acqua e sapone

Ha un nome lunghissimo e difficile da ricordare: Margaret Mary Emily Anne Hyra. Ma ne ha preferito uno più adatto al suo viso acqua e sapone, al suo look essenziale e ai suoi modi naturali, ed è per tutti semplicemente Meg Ryan, che rivedremo il 17 ottobre nelle sale italiane con il film The Women, remake del grande classico targato 1939 di George Cukor.

Nata a Fairfield nel Connecticut il 19 novembre 1961, Meg frequenta la Bhethel High School nella sua città e poi si trasferisce a New York per studiare giornalismo. Per pagarsi l’iscrizione all’università, inizia a lavorare in qualche serie televisiva minore, grazie all’aiuto della madre che di lavoro fa l’agente di casting.

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