New York fine anni ’50, in un drive-in, mentre sullo schermo scorrono le immagini del classico La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, tre uomini Al, John e Jack (Aldo, Giovanni e Giacomo) si danno un gran da fare per riuscire ad intercettare la conversazione di un boss che occupa insieme alla sua guardia del corpo una vicina vettura, conversazione che però non potrà essere ascoltata nella sua interezza a causa di un corto circuito che fulminerà il povero Al causandogli un tremendo shock.
Antonio Catania
La peggior settimana della mia vita, la commedia con Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi ad ottobre al cinema
Si stanno svolgendo a Como le riprese de La peggior settimana della mia vita, il film di Alessandro Veronesi, con Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Monica Guerritore, Alessandro Siani, Antonio Catania. Nel film, prodotto dalla Colorado Film di Maurizio Toti e Alessandro Usai, che sarà distribuito da Medusa ad ottobre, De Luigi è Paolo, un pubblicitario che fa fatica a conquistare i suoceri ad una settimana dal suo matrimoio con Margherita.
L’autore spiega a Il corriere della sera la filosofia del film:
Un po’ da commedia sofisticata americana tipo Scandalo a Filadelfia, un po’ comica finale alla Hollywood party. La base è divertirsi senza cadere nel becero, sempre tenendo presente che non c’è nulla che faccia ridere come il dramma, ad esempio Gisella Sofio che fa la nonna in coma. Un’operazione che richiede studio, preparazione e dosi esatte … Mi diverte lavorare sulle identità caratteriali, anche degli attori: sul contenitore surreale si recita in modo naturalistico, bisogna essere credibili, creare un’altra realtà: non mi interessa la commedia italiana classica di rilevanza sociale, non trovo interessante l’approccio politico nell’arte, meglio lasciarla fuori.
Boris Il film, recensione
Renè Ferretti (Francesco Pannofino), dopo la fiction di dubbia qualità ma di buon seguito di pubblico, Gli occhi del cuore, ha la possibilità di cambiare genere girando Il giovane Ratzinger, ma proporre il futuro papa al rallentatore mentre corre felice nel prato, è troppo trash anche per lui. Il suo rifiuto porta la produzione a farlo fuori dal progetto.
Qualche mese dopo il regista, bisognoso di soldi, vedendo al cinema Natale al Polo Nord, decide di tornare in pista. Per lui ci sono due opzioni: girare la soap Sottaceto o darsi al cinema d’autore, adattando per il grande schermo il libro di Stella e Rizzo La casta. Deciso a fare il salto di qualità Renè punta tutto sul film impegnato e si circonda di professionisti del cinema d’autore. Purtroppo la sua incompatibilità con la nuova realtà lo porterà a dover rivedere i suoi piani.
In Boris – Il Film, commedia italiana girata dal trio Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, si ritrovano (oltre a Renè Ferretti) tutti i personaggi che hanno fatto grande la serie televisiva della Fox, dal direttore della fotografia cocainomane e svogliato Duccio Patanè (Ninni Bruschetta) al capo elettricista coatto Biascica (Paolo Calabresi), dall’attore egocentrico Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti) all’attrice cagna Corinna Negri (Carolina Crescentini), dalla segretaria di edizione Itala (Roberta Fiorentini) all’assistente di regia che cerca stabilità nel campo della ristorazione Arianna (Caterina Guzzanti), dallo (ex) stagista appassionato di cinema Alessandro (Alessandro Tiberi) all’antipatico operatore “schiavo” della fotografia Lorenzo (Carlo De Ruggieri), dal direttore di produzione truffaldino e sofferente di cuore Sergio (Alberto Di Stasio) al delegato di rete viscido e calcolatore Diego Lopez (Antonio Catania), dal tranquillo aiuto regista Alfredo (Luca Amorosino) ai tre sceneggiatori fancazzisti, arricchiti, agiati e ingegnosi (Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti).
Bar Sport, iniziate le riprese del film tratto dal libero di Stefano Benni
A Sant’Agata Bolognese (vicino a Bologna) sono cominciate le riprese di Bar Sport, il film prodotto da Aurora Film e Rai Cinema, tratto dall’omonimo libro di Stefano Benni, sceneggiato da Nicola Alvau, Massimo Martelli, Giannandrea Pecorelli e Michele Pellegrini, diretto da Massimo Martelli.
I temi centrali della storia saranno, come dice lo stesso Benni, gli amori, le sfide, i cappuccini, le avventure, le trasferte, i grappini, i campioni, i bambini, i nonni, il sesso e le meringhe. Tutto ciò viene raccontato nel classico Bar Sport, luogo in cui si discute di tutto e dove passano tipologie di personaggi di ogni tipo.
Nei ruoli principali figurano: Claudio Bisio (il tennico), Giuseppe Battiston (il proprietario del Bar), Antonio Catania (Muzzi), Bob Messini (Cocosecco), Antonio Cornacchione (Bovinelli), Angela Finocchiaro (Angela), Lunetta Savino (Lunetta), Teo Teocoli (il playboy), Gianluca Impastato (Pinotti), Alessandro Giampaoli (Poluzzi), Vito (il geometra Buzzi), Roberta Lena (Elvira Lire Tremila) e Aura Rolenzetti (la cassiera). Non si conosce ancora, invece, il nome dell’attore a sorpresa che mangerà la Luisona, la brioche d’esposizione del bar.
Boris – Il film: iniziate le riprese
Sono iniziate da qualche giorno le riprese di Boris Il Film, il film scritto e diretto da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani, con WildSide e RaiCinema in collaborazione con Sky.
Il film racconterà la storia del regista televisivo Renè Ferretti, interpretato ancora una volta da Francesco Pannofino, che tenta di dirigere un film d’autore dopo aver guidato tante fiction tv di serie B. Renè scoprirà che il mondo del cinema è peggio di quello della tv, perché popolato da sceneggiatori ricchi e nullafacenti, attrici nevrotiche e direttori della fotografia che si sento grandi artisti.
Non solo: il regista dovrà evitare lo specchio del Cinepanettone, unico vero genere che il pubblico apprezza e che manda avanti il cinema italiano, aspettare finanziamenti ministeriali che non arrivano mai e rapportarsi con agenti cinematografici spietati e produttori senza soldi.
Pane e tulipani, recensione
Rosalba (Licia Maglietta), una casalinga pescarese insoddisfatta della vita e del tran tran familiare, sposata con Mimmo (Antonio Catania), marito poco attento ed emotivamente gretto, approfitta di una gita in pullmann organizzata per visitare Paestum, per una fuga verso il sogno romantico di ogni donna, la suggestiva Venezia.
Ben presto a Venezia Rosalba si troverà senza soldi, cosi con l’aiuto di Fernando (Bruno Ganz) un affascinante cameriere, troverà una sistemazione, una nuova amica, la massaggiatrice Grazia (Marina Massironi) e riuscirà a conquistare anche il cuore dello scorbutico fioraio Fermo (Felice Andreasi) che gli offrirà un lavoro.
Mimmo irritato dalla lunga assenza della moglie recluta Costantino (Giuseppe Battiston), un giovane ragazzo in cerca di lavoro, per indagare sulla moglie. A venezia Costantino rintraccerà Rosalba, ma suo malgrado, verrà letteralmente travolto dall’amore per Grazia.
Mediterraneo, recensione
Giugno del 1941, un sparuto gruppo di miltari italiani viene sbarcato su una piccola isola dell’Egeo, con il compito di occupare e presidiare il piccolo atollo, a capo del plotone italiano il tenente Montini (Claudio Bigagli) insegnante di latino e greco, nel gruppo di arruolati per forza anche il disertore Corrado Noventa (Claudio Bisio) e il sergente Lorusso (Diego Abatantuono), l’unico che sembra prendere sul serio la missione.
l’isola, all’apparenza deserta, si rivelerà dopo qualche giorno abitata solamente da donne, vecchi e bambini, tutti gli uomini sono impegnati al fronte e il gruppo di soldati si amalgamerà molto bene con i locali, cosi nasceranno amori e amicizie, tutto in una surreale e idilliaca atmosfera che farà dimenticare per molto tempo ai soldati le paure e le ansie della guerra.
Solo l’arrivo di un aereo pilotato dall’italiano Carmelo La Rosa (Antonio Catania) riporterà i soldati a contatto con la realtà, Carmelo comunica che è piu di un anno che l’alleanza anglo- americana ha firmato un armistizio con l’Italia e che particamente sono tre anni che Montini e compagni sono stati dimenticati sull’isola.
Gabriele Salvatores: cineasta da romanzo
Prima di dare fondo alle notizie, e sono molte, raccolte per questa monografia, spendiamo due parole per uno dei più originali e spiazzanti registi italiani, Gabriele Salvatores, che con il suo Mediterraneo, ha rappresentato l’Italia nel mondo accaparrandosi un Oscar, ma non si è mai adagiato sul filone che lo ha così tanto gratificato, non ha soffiato su un fuoco per goderne fino all’ultimo il calore creativo, ma ha rischiato, esplorato, sperimentato generi, concetti, suggestioni, a volte con risultati discutibili, ma mai risultando banale, mai propinandoci una minestra riscaldata e in tempi pre-Gomorra, artisticamente aridi, ogni suo film innescava nuove domande, esplorava nuove strade, sempre con un’impronta registica immediatamente riconoscibile.
Salvatores nasce a Napoli il 30 Luglio del 1950, ma è Milano dove si trasferisce giovanissimo che lo forgia artisticamente, diploma al liceo Beccaria e poi il teatro, palestra di anima e concetto, e Salvatores prima si iscrive all’Accademia del Piccolo Teatro, poi cresciuto e artisticamente maturo fonda il Teatro dell’Elfo è il 1972, dove saggia le sue capacità, dirigendo diversi spettacoli, che per contenuti e concezione visiva venivano allora definiti d’avanguardia, un’esperienza che porterà avanti fino al 1989.