Sex and the City 2, recensione

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Dopo un incipit che ci porta nel bel mezzo di un matrimonio gay dove assisteremo all’esibizione di una Liza Minnelli versione Beyoncè, scopriremo cosa è accaduto alle nostre quattro eroine dai tacchi a spillo, dopo che le loro vite si sono inesorabilmente arenate su un tran tran quotidiano impossibile da contrastare, tanto quanto l’età che avanza con tutti i fastidiosi segni e sintomi a far da inesorabile promemoria.

Carrie (Sarah Jessica Parker) dopo aver conquistato e accalappiato definitivamente l’agognato Mr. Big (Cris Noth), si accorge che la vita cheek to cheek non è propriamente l’idillio immaginato, c’è voluto ben poco affinchè la passione raggiungesse il viale dei ricordi e le serate casalinghe a base di cena e tv cominciassero ad incrinare alcune certezze inseguite per anni e la cosa più destabilizzante e che anche Mr. Big sembra palesare qualche ansiogeno dubbio in tal senso.

Dal canto suo anche l’apparente felicità da spot pubblicitario di Charlotte (Kristin Davis) impegnata a fare la mamma con tutto il carico di responsabilità e stress che ne deriva, è minacciata dall’orda di giovanissime spregiudicate che potrebbero incrinare la sua tanto cercata felicità insidiandogli l’amato consorte, e il pericolo in questione è arrivato sino in casa, vestendo gli insidiosi panni della sua sin troppo procace tata, la cui avvenenza ha fatto scattare in Charlotte un meccanismo di allarme impossibile da gestire.

Anche per Samantha (Kim Cattrall) e Miranda (Cynthia Nixon) le cose non sembrano andare alla grande, la prima è perennemente impegnata a schivare la menopausa e a nascondere i suoi 52 anni tra pillole e mise sempre più improbabili, mentre la seconda è assorbita dal suo lavoro e dalle ingerenze del suo tirannico capo. situazione che non gli consente di vivere appieno un matrimonio ed una maternità che sembrano inesorabilmente sfuggirli di mano.

Ci vorrebbe un colpo di testa per dare una rinvigorita alle quattro amiche, così in onore dei bei tempi andati Samantha, che ha in ballo una campagna di pubbliche relazioni per uno sceicco di Abu Dhabi, propone alle sue amiche una reunion da sogno negli emirati arabi, dove le nostre quatto amiche potranno finalmente lasciarsi andare allo shopping compulsivo e al divertimento più sfrenato, lontane anni luce da partner, impegni lavorativi e responsabilità.

Seconda incursione sul grande schermo per le quattro amatissime protagoniste della serie cult Sex and the City, dopo un primo capitolo che ha divertito i fan e centrato gli intenti della serie, che ricordiamo ha chiuso i battenti nel 2004 dopo sei stagioni, il regista e sceneggiatore Michael Patrick King prova a rendere il franchise appetibile ad un pubblico più variegato dello zoccolo duro dei fan televisivi, e purtroppo nel tentativo  eccede e snatura in parte molti degli elementi che hanno fatto della serie creata dal Darren Star di Beverly Hills 90210 un fenomeno di costume, fenomeno che segnò la nascita di un vero e proprio filone al femminile che scardinava i meccanismi da soap sino ad allora punto di riferimento del piccolo schermo.

E’ indubbio che in questo sequel ci si diverta, sarebbe stato impossibile per lo script non imbroccare qualche gag durante le quasi tre ore di durata della pellicola, ma sembra che King questa volta si sia lasciato un tantinello trasportare dall’entusiasmo sfornando un colossale inno al kitsch, dove tutto è certamente in tono con lo sfarzo della location prescelta, ma di certo non con il primo film, ne tantomeno con la serie tv.

Sex and the city 2 comunque sia non manca di sfoggiare un indubbio appeal visivo, che oltre alla location esotica vanta una confezione davvero fastosa, una colonna sonora ad hoc e protagoniste sempre carismatiche, che poi tutto ciò non sia supportato da uno script incisivo e graffiante come ci si aspettava, per un’operazione del genere non ci sembra un peccato mortale.