Sapore di mare 2-Un anno dopo, recensione

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Versilia 1966, è di nuovo estate, e delle coppie della scorsa stagione ritroviamo Paolo (Angelo Canavacciuolo) sempre più innamorato dell’inglesina  Susan (Karina Huff), ma lei è a Londra e lui si ritrova incastrato con una fidanzata ben poco attraente ma molto ricca, scelta per lui dai genitori, ma Paolo ama Susan e parte alla volta di Londra per cercarla, non sapendo che Susan sta tornando in Versilia proprio per lui.

Il cacciatore di dote Uberto (Mauro Di francesco)  è pronto a sfoggiare tutto il suo repertorio di playboy da strapazzo per catturare qualche ricca signora in vacanza, dopo un tentativo fallito con la sensuale Tea (Eleonora Giorgi), Uberto adocchia Alina, la bella e giovane amante del commendator Parodi, sembra la preda perfetta, ma l’amore è dietro l’angolo.

Tea, per nulla ricca, in realtà ha le stesse mire di Uberto e schivato il fastidioso playboy, gioca le sue carte tra il commendator Parodi e il commendator Carraro, mentre Selvaggia (Isabella Ferrari) viene insidiata da Fulvio (Massimo Ciavarro), lo sciupafemmine di turno, il suo ragazzo Gianni (Gianni Ansaldi) verrà a sua volta corteggiato da Valeria (Anna Pettinelli) da sempre segretamente innamorata di lui.

I Vanzina occupati su altri lidi scrivono la sceneggiatura di questo sequel e lasciano la regia al collega Bruno Contini. Il copione è una rilettura del primo buon episodio, stavolta senza la nostalgica goliardia che rappresentava la carta vincente dell’operazione scegliendo di puntare tutto sul romance balneare.

Così il film, con un cast orfano di Jerry Calà, Christian De Sica e Marina Suma mostra subito la corda, gli episodi sono frammentari, le storie più leggere e meno intriganti del solito, gli attori fanno del loro meglio, ma stavolta tutte le limitazioni così ben mascherate in precedenza vengono a galla e una regia non abbastanza furba manca ad ogni occasione di nasconderle.

Sapore di mare 2-Un anno dopo fa il grosso errore di voler ricalcare l’operazione nostalgia del primo episodio ad solo un anno di distanza, e i Vanzina cominciano a sperimentare l’operazione fotocopia dai tratti sempre più palesemente televisivi che contraddistingureranno tutta la loro futura produzione all’insegna del cinema fast-food.