Recensione: Il signore degli anelli – Il ritorno del Re

La compagnia dell’anello è giunta alla fine del suo viaggio, dopo averci narrato la genesi di Gollum trasformato dal potere oscuro dell’anello, seguiamo le vicissitudini di Gandalf il bianco (Ian McKellen) alle prese con le visioni del magico Palantyr, sfera che gli svela l’esito della guerra con il malvagio Sauron.

Tutta la compagnia è disseminata per la Terra di mezzo in cerca di supporto ed impegnata a radunare ed armare eserciti in vista dell’imminente scontro finale, mentre Frodo (Elijah Wood) e Sam (Sean Austin) guidati dal mellifluo Gollum raggiungono le porte di Minas Morgul pronti ad affrontare l’ultima parte del lungo viaggio, la scalata del Monte Fato e la distruzione dell’anello.

Ma i nostri eroi dovranno fare i conti con stregoni corrotti dal potere, regnanti recalcitranti alla lotta, ragni mostruosi, e l’oscuro e sempiterno fascino dell’anello. Solo l’immensa e spettacolare battaglia finale affrontata da tutta la compagnia e la tenacia di Frodo e del suo fidato amico Sam riusciranno a riportare la pace nel tormentato regno della Terra di mezzo.

Peter Jackson termina il suo capolavoro con l’apice della cinematografia fantasy di sempre, ne Il ritorno del Re Tolkien è svelato e raccontato con la visionarietà di un appassionato ed entusiasta lettore con un innato senso del fantastico. In questo terzo capitolo si tirano le fila di un imponente e sontuoso racconto dai toni epici e dai fasti da kolossal, tutto è perfetto, tutto è all’ennesima potenza.

Maghi, Stregoni, Nani, Elfi, Goblin, e chi ne ha più ne metta, una girandola di eventi, emozioni, visioni e suggestioni che hanno radici nella letteratura di uno storico autore che ha influenzato intere generazioni, e Peter jackson riesce, tra lo stupore di tutti gli addetti ai lavori e l’entusiasmo e la gratitudine di milioni di lettori sparsi per tutto il globo, a maneggiare un budget colossale ed un mito letterario con la praticità di un artigiano e l’estro creativo di un visionario genio del fantastico, che dire Oscar a parte, un film entusiasmante e coinvolgente, un capolavoro assoluto.