Ninja Assassin, recensione

locandina-italiana-del-film-ninja-assassin-134250 []Ninja, letali assassini che operano nell’ombra, per qualcuno semplici leggende, per altri fantasiosi spauracchi da sbeffeggiare, ma per chi li ha incontrati ed ha avuto la fortuna di sopravvivere rappresentano un incubo da cui è difficile liberarsi.

Raizo (Rain) è uno di loro, un ninja addestrato sin da bambino a diventare uno spietato guerriero senz’anima, maestro nell’uso di armi e arti marziali unite a tecniche di mimetismo che nei secoli hanno trasformato i ninja in leggendari ed eterei fantasmi.

Sarà la zelante agente Mika Coretti (Naomie Harris) che collegando alcune transazioni in oro e seguendo misteriosi omicidi ancora irrisolti, scoprirà Raizo e l’esistenza di un’odierna setta di ninja, nonchè il loro legame con i clan Yakuza.

Raizo che è ormai un fuggitivo ed ha tradito il suo clan, aiuterà l’agente Coretti a collegare i ninja ad alcuni omicidi, cercando nel frattempo di proteggerla e di salvare se stesso dalla vendetta dei clan che gli danno la caccia.

Era dagli anni ’80 che i ninja non tornavano ad occupare un posto da protagonisti, insomma a parte il fattore spietato killer prezzolato restano dei personaggi assolutamente affascinanti e misteriosi, che potrebbero aspirare a molto di più che a ruoli da semplici villain di contorno o materiale da parodia.

Bisogna ammettere che Ninja Assassin è un dignitoso rappresentante del genere, il percorso di conoscenza a base di dolore e sangue del clan, i combattimenti iper-dinamici, una fotografia levigata e una violenza che punta allo splatter stilizzandolo in puro stile videogame, sono tutti ingredienti ben amalgamati ed efficaci.

Il regista Lewis McTeigue anche stavolta, dopo l’ottimo V per vendetta, lavora in simbiosi con i fratelli Wachowski qui ancora in veste di produttori e si da un gran da fare per aggiornare la figura del ninja, dandole un intrigante look tra cinefumetto e videogame, ammiccando agli anime televisivi e sfoggiando intriganti coreografie, senza mai dimenticare l’anima da B-movie che ha contraddistinto il percorso su grande schermo di questi personaggi nel corso degli anni.

Certo la somiglianza e le analogie tra il film di Mcteigue e l’Hitman di Xavier Gens sono sin troppo palesi, tra le tante la pecca comune che sia il film di Gens che Ninja Assassin pur rimanendo dignitosi action, non hanno proposto protagonisti dotati del necessario carisma per rendere entrambe le pellicole più che discreti prodotti di genere, ed è un vero peccato viste le potenzialità che i due personaggi hanno ampiamente dimostrato di possedere.