Matrimonio alle Bahamas, recensione

la-locandina-del-film-matrimonio-alle-bahamas-48912 []Il tassista milanese Cristoforo Colombo (Massimo Boldi) scorta in quel di Miami la figlia Valentina vincitrice di una borsa di studio, lui torna in patria e scopre un paio di indesiderati coinquilini, mentre Valentina si innamora di Bob figlio di un ricco emigrante napoletano.

I due ragazzi dopo un periodo di frequentazione giungeranno alla decisione di convolare a nozze, con la comunicazione ufficiale alle rispettive famiglie cui farà seguito la pessima reazione del padre delo sposo Al Di Giacomo (Biagio Izzo) che scoperte le umili origini della famiglia di lei comincia a creare non poche difficoltà.

Dopo i canonici preperativi e scelta la meravigliosa ed esotica cornice delle Bahamas per la cerimonia, le due famiglie si incontreranno e dopo la fisiologica serie di equivoci, incomprensioni e strafalcioni di rito, tutto finirà a tarallucci e vino, per la gioia dei novelli sposini.

Stavolta Boldi orfano del partner di una vita Christian De Sica, veleggia in solitaria sotto la supervisione dei Vanzina Brothers propinandoci l’ennesima caratterizzazione del milanese un pò sfigato, ma tanto simpatico, questa volta oltremodo indebolita dalla mancanza del suo supporter di sempre, anche lui impegnato in un’omologa produzione da solista.

Nord vs sud, ricchi e poveri, Gianni e Pinotto, Albano e Romina, alla fiera dei luoghi comuni non v’è mai fine, ma come si può continuare a spalmare in novanta minuti il solito repertorio di gag trite condite con la location esotica, la divetta siliconata di turno, il cipollino d’annata, il boro romano e il mapoletano da macchietta, con l’aggiunta tanto per non farsi mancare nulla della canonica dose di comicità alla Zelig? Ci sembra ad ogni visione di soffrire di un deja vu ormai croniicizzato che come da copione tanto per cambiare frutterà fior di soldoni.

Ormai sembra di sparare sulla Croce Rossa, ma i limiti di queste operazioni di marketing cinetelevisivo sono sotto gli occhi di tutti, e adesso la pratica ce la sorbiremo in dupice copia, perchè dopo la separazione del duo comico più lucroso del cinema italiano, si bissa con l’antipasto pre-festivo di Boldi e il cinepanettone da menù fisso del collega De Sica, insomma per quanto si possa capire il bisogno impellente del pubblico di farsi quattro risate in libertà, qui cè davvero ben poco da ridere.