Hanna, recensione in anteprima

Hanna (Saoirse Ronan) è una ragazza che vive isolata in una foresta tra i ghiacci della Finlandia, il padre Erik (Eric Bana), ex-agente della CIA ricercato dall’Agenzia per omicidio ha trascorso gli ultimi anni ad addestrare la figlia nell’uso delle armi e nel combattimento, trasformandola in una letale macchina per uccidere.

Quando giungerà il momento scopriremo che tutto l’addestramento ricevuto e la vita spartana condotta da Hanna hanno lo scopo ultimo di portare a termine una vendetta pianificata per oltre un decennio, uccidere Marissa Wiegler (Cate Blanchett), un agente deviato della CIA responsabile dell’assassinio della madre di Hanna.

Hanna una volta pronta invierà un segnale in grado di far localizzare la sua posizione alla Wiegler che inviata una squadra di recupero non troverà ad attenderli Erik,  fuggito per tempo, ma un’arrendevole Hanna che si consegnerà senza far resistenza agli uomini della Wiegler che la scorteranno in una segretissima base sotterranea dove Hanna verrà sottoposta ad un interrogatorio, che sortirà l’effetto di seminar cadaveri e permettere alla ragazza di fuggire dopo aver ucciso una donna che Hanna credeva fosse la Wiegler e che invece, viva e vegeta comincerà a dargli una caccia senza tregua.

Il britannico Joe Wright dopo gli adattamenti letterari di Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione e il biografico Il solista, si cimenta per la sua quarta prova su grande schermo con il suo primo action-thriller e grazie proprio alla sua poca dimistichezza con i clichè del genere, riesce a confezionare una pellicola intrigante ed originale con sequenze action particolarmente ricercate e tocchi di classe che costellano l’intera pellicola e che fanno di Hanna una piacevole sorpresa.

Wright visivamente sperimenta molto e sfrutta a dovere le suggestive location del Vecchio continente non banalizzandole in scenari da cartolina e nella parte prettamente action regala ad ogni sequenza una particolare connotazione visiva mai ripetitiva, vedi l’intrigantemente caotica sequenza della fuga di Hanna dal bunker della CIA, la notevole scena di lotta con Eric nel sottopassaggio girata in un unico piano sequenza o l’inseguimento al porto.

La bellezza di vedere un classico plot action a sfondo spionistico nelle mani di un regista come Wright sta nella piacevolezza di veder curare lo scavo dei personaggi senza trascurare la parte prettamente ludica, gli inserti umoristici, la bravura di Saoirse Ronan nel miscelare curiosità adolescenziale, guizzi di violenza estrema e l’alienazione di chi entra nel panico di fronte ad un televisore piuttosto che alla scoperta delle meraviglie dell’elettricità, notevole anche la Blanchett con la sua algida e psicopatica Mata Hari che ammicca alle streghe delle fiabe, perchè Wright tanto per non farsi mancare nulla ha avuto anche la felice intuizione di inserire in Hanna un fil-rouge fabulistico fatto di richiami e suggestioni infantili che ritroviamo sia in alcune location che a più riprese all’interno dello script stesso.

Nelle sale a partire dal 22 luglio 2011

Note di produzione: la colonna sonora del film all’insegna dell’elettronica è stata affidata ai Chemical Brothers, Saoirse Ronan torna a lavorare con Wright dopo il letterario Espiazione, Wright ha citato come maggior influenza nel processo creativo della sua pellicola il cinema di David Linch.