“E’ stata la mano di Dio”, il nuovo film di Paolo Sorrentino

E' stata la mano di Dio
E’ stata la mano di Dio

Vincitore del Gran Premio della Giuria del festival di Venezia, candidato agli Oscar per la categoria “miglior film Internazionale”, E’ stata la mano di Dio, è un film che rompe il silenzio, che si racconta senza mistificazioni di genere, senza fronzoli, senza architetture.  La firma, è ancora quella di Paolo Sorrentino, cineasta italiano di spicco, che ha diretto capolavori come “La grande bellezza”, “Le conseguenze dell’amore”, “Il Divo”. Sorrentino è un regista che sporca le sue pellicole, rendendole cosi ancora più interessanti. I suoi film, sono raccontati in modo sublime, delicato, estremamente veritiero.

 

E’stata la mano di Dio, è probabilmente il suo film più autentico, perché richiama uno spaccato della sua stessa vita, e che per questo, diventa ancor più forte, struggente. In ogni senso. E’ un film di verità autentica, svestito di tutti quegli orpelli, che avrebbero potuto dare al racconto un’impronta più articolata, più costruita, e quindi meno realistica. Paolo Sorrentino, sceglie la strada meno sicura, sceglie di regalare allo spettatore un punto di vista “neutrale”, privo di enfasi, di tragedia e di dolore. Cancella dunque il tratto melò e mette a nudo la sua pellicola, rendendola cruda ma terribilmente autentica.

Ancora una volta, nel capolavoro del grande cineasta italiano, c’è Tony Servillo, che però stavolta non è al centro: il suo personaggio, lascia spazio all’interpretazione di Filippo Scotti, che interpreta il giovane Fabio, che da un certo momento in poi della sua vita, si troverà a mettere in discussione tutta la sua vita. E’ un film, che racconta di una famiglia, del dramma della perdita, della gioventù, degli anni delle notti magiche di Maradona, di sogni, speranze.

 

Il film, ambientato a Napoli, racconta della lontana estate dell’84, quando la città, fù sconvolta dall’arrivo del Pibe de oro, Diego Armando Maradona. Un’estate in cui tutto cambiò per i devoti tifosi, che avevano il più grande calciatore di tutti i tempi nella loro città, nelle loro strade, nella loro squadra e nel loro cuore. Fabio, ancora giovanissimo, vede il suo “Dio”, insieme a suo fratello. La città, i rumori, le voci, i clacson, si fermano. E’un evento storico, che segnerà la vita del protagonista, insieme ad un altro evento, che di contro gli cambierà l’esistenza per sempre.

La famiglia di Sorrentino, seduta attorno alla tavola, si racconta come una famiglia comune, in cui tutti possono immedesimarsi. Cosi da quella lunga estate dell’84, passando per dolori, tragedie e speranze, il film snocciola tutta la verità di Sorrentino, il suo amore per Napoli, città senza scampo e senza tempo, bella fino a togliere il fiato.