A cena con un cretino, recensione

L’analista Tim Conrad (Paul Rudd) per far colpo sul proprio capo, Lance Fender (Bruce Greenwood) e confermare la promozione appena ottenuta deve fare due cose: portare a termine una importante transizione d’affari e trovare un cretino da invitare alla cena delle persone straordinarie, appuntamento che il boss organizza regolarmente per prendersi gioco delle persone con gli hobby più improbabili o semplicemente considerate sfigate.

Nel primo caso Tim ha bisogno di della sua storica compagna Julie (Stephanie Szostak), gallerista di successo che ha appena ottenuto di lavorare con il grande artista Kieran (Jemaine Clement), perché il ricco magnate ha una compagna che adora l’arte e potrebbe fargli fare bella figura. Nel secondo caso Tim deve trovare il cretino adatto e lo individua in Barry (Steve Carell), un dipendente dell’ufficio imposte che nel tempo libero ama ricreare opere d’arte con topolini mummificati. Le due missioni cozzano tra loro: Julie non vuole che Tim sfrutti Barry, ma Tim è costretto. Ciò che ignora il giovane analista è che l’esattore gli renderà la vita un inferno.

A cena con un cretino (Dinner for Schumcks) è una commedia americana diretta da Jay Roach, remake del celebre film francese La cena dei cretini. Se non si è visto il film originale l’opera di Roach risulta godibile grazie all’ottima interpretazione di Carrell e Judd, alle comparsate di Zach Galifianakis (Therman, il collega di Berry) e di Lucy Punch (Darla, l’avventura di una notte di Tim) e ai mille imprevisti che capitano al malcapitato analista.

Il problema si pone se si è visto il film di Francis Veber: rispetto all’originale questo è meno veloce e immediato (a volte le scene appaiono forzate, costruite ed esagerate, mentre nel francese c’era un perfetto concatenarsi di cause ed effetti), meno cattivo (Tim non è odioso come il protagonista francese, è cosciente di aver scelto di comportarsi male, si sente fin troppo colpevole, e lo spettatore non è portato a schierarsi contro di lui), più moraleggiante e smielato (il frequente tirare in ballo la relazione tra Tim e Julie spezza il climax dei catastrofici avvenimenti).

Concludendo: se avete visto La cena dei cretini godetevi le situazioni paradossali che si creano (i convitati sono alquanto buffi) senza comparare le due pellicole. Se non avete visto il film originale, divertitevi con le mille facce di Steve Carrell e preparatevi a passare due ore in allegria.