True Justice-La vendetta, recensione

La squadra di poliziotti sotto copertura guidata dal veterano Elija Kane (Steven Seagal) si trova di nuovo per le mani un doppio caso scottante e dopo mafia russa e droga del primo episodio dal titolo True Justice-Incrocio mortale, ora è il turno di uno spietato serial-killer che predilige le bionde che lavorano come ballerine e una gang di motocliclisti alla Sons of Anarchy che contrabbandano armi. Per quanto riguarda l’omicida seriale da notare il suo peculiare ed inquietante modus operandi e la propensione per la magia nera e in particolare quella legata al folklore cinese. Tutte le sue vittime vengono strangolate post mortem ed esposte come trofei, la cosa che attirerà l’attenzione di Kane è l’incredibile somiglianza con le ragazze assassinate della nuova arrivata Sarah (Sarah Lind).

Nuovo episodio per la serie True Justice scritta e prodotta da Steven Seagal, composta in origine da 13 episodi che in Italia sono stati raccolti in 6 film tv da 90 minuti cadauno. Il plot di questo True Justice-La vendetta, che ricordiamo somma gli episodi Dark Vengeance Part 1 & 2, stavolta è decisamente più coinvolgente grazie allo psicopatico omicida seriale di turno e un pizzico di occulto che rende la trama più intrigante. Naturalmente immancabili le scazzottate a base di Akido di Seagal che anche stavolta regalerà ai fan una serie di ossa fratturate e criminali pesti e il resto lo fa la regia di Keoni Waxman, che come nel pilot funziona a dovere e permette al regista di confezionare un altro discreto prodotto per il piccolo schermo.

Note di produzione: nell’episodio nei panni di un patologo legale appare il veterano George Takei, l’Hikaru Sulu della serie classica e dei film di Star Trek. In questo secondo film l’eclettico Seagal si esibisce anche in una jam session imbracciando una chitarra elettrica.