Sotto corte marziale, recensione

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1944, il brilante studente in legge Thomas Hart (Colin Farrell)  finisce in un campo di prigionia sotto l’egida di un colonnello nazista che ha nel colonnello americano McNamara (Bruce Willis), ufficiale duro e rigoroso, il suo referente tra i prigionieri.

L’arrivo nel campo di due prigionieri di colore scatena malumori e ritorsioni nella truppa controllata a stento da McNamara che si ritrova prima con uno dei due nuovi detenuti ucciso, e poi con il probabile mandante del primo delitto a sua volta trovato cadavere.

Accusato del secondo delitto il tenente Lincoln Scott (Terrence Howard) che sembra aver agito per vendicare il proprio compagno, lui si proclama innocente, e visto che anche nel campo di prigionia vige la legge marziale, il comandante del campo acconsente che McNamara processi Scott, e che a quest’ultimo venga assegnato un difensore che visti i precedenti accademici sarà proprio Hart.

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Attacco al potere, recensione

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Dopo un prologo mediorientale dove assisteremo al rapimento di un sedicente finanziatore arabo di cellule terroristiche, in quel di New York l’agente speciale dell’FBI Anthony Hubbard (Denzel Washington) e il collega Frank Haddad (Tony Shalhoub) sono alle prese con una telefonata minatoria seguita dalla richiesta di liberazione dello sceicco Bin Talal, il sequestro di un bus nel centro di New York con annesso atto dimostrativo fortunatamente senza conseguenze.

Le indagini che seguiranno porteranno al fermo di Elise Kraft (Annette Bening)  che si scoprirà essere un agente sotto copertura della CIA impegnata a contattare e reclutare militanti islamisti, addestrarli ed armarli per utilizzarli contro il regime iracheno, tra questi anche lo sceicco scomparso, ma la Kraft è restia a condividere informazioni e le conseguenze saranno devastanti.

Prima un bus di linea carico di passeggeri, poi un teatro di Broadway, in un escalation di violenza e terrore gli attentati si susseguono mentre Hubbard brancola nel buio, è a questo punto che entra in scena l’ambiguo genereale William Deveraux (Bruce Willis) che sembra essere implicato nel sequestro Bilal, ma dopo l’ennesimo attentato dinamitardo, stavolta contro un palazzo federale e la proclamazione della legge marziale, il governo gli consegnerà New York dandogli carta bianca onde scoprire le restanti cellule dormienti.

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Edward Zwick: dalla parte degli eroi

Edward Zwick, cineasta classe 1952, nasce a Chicago e studia ad Harvard dove negli anni ’70 si laurea in letteratura, ma la sua carriera sembra indirizzarsi da subito verso il mondo dello spettacolo. Scrive per le riviste Rolling stone e The new republic, per poi trasferirsi in Europa per studiare teatro sperimentale.

A Parigi durante gli studi incontra Woody Allen che lo inizia alla regia utilizzandolo come suo assistente per il film Amore e guerra (1975). L’esperienza segna profondamente Zwick che appena tornato in patria si iscrive ai corsi di regia dell’American Film Institute.

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