The killer inside me, recensione

Il vice-sceriffo Lou Ford (Casey Affleck) incaricato di allontanare una prostituta (Jessica Alba) che lavora ai confini di una piccola cittadina del Texas, instaura con quest’ultima una relazione che lo porterà a trasformare la donna nel primo di una serie di omicidi che lo vedranno cadavere dopo cadavere svelare la sua indole di omicida seriale.

Ford sembrerà all’apparenza praticamente intoccabile, i suoi omicidi sembrano studiati per coprire ad arte i precedenti, una catena che in realtà avrà il canonico anello debole che porterà il procuratore distrettuale Howard Hendriks (Simon Baker) sulle sue tracce, Ford commetterà l’errore di sentirsi onnipotente e di sfoggiare la sua anafettività in maniera sin troppo palese, anche quando a morire sarà la sua fidanzata e futura moglie (Kate Hudson).

Una volta avute le prove Hendricks porterà Ford prima in carcere e poi in un istituto psichiatrico da dove un avvocato riuscirà a farlo uscire, giusto in tempo per pianificare e metter in atto una memorabile uscita di scena.

Il regista Michael Winterbottom (The road to Guantanamo) adatta per lo schermo il racconto L’assassino che è in me di Jim Thompson prolifico autore noir, il regista rispetta molti degli elementi cardine del romanzo originale, come la narrazione in prima persona che donano al racconto una forma di ridondante e suggestiva cronaca di una follia in evoluzione.

Bisogna avvertire chi sceglierà di visionare questa pellicola che la violenza nel film di Winterbottom non resta fuori campo e non lascia spazio all’immaginazione, in due occasioni quello che viene palesato su schermo diventa insostenibile anche per lo spettatore più smaliziato, ma resta il fatto che tutta la violenza mostrata per quanto possa apparire gratuita, in realta è funzionale e parte integrante della narrazione e aiuta a comprendere l’abisso di follia in cui sprofonda il protagonista.

The Killer inside me è un’opera che miscela un’eleganza visiva e una ricercatezza nella ricostruzione quasi romanzata degli anni ’50, con il talento di un ambiguo ed efficace Casey Affleck che con il suo viso da bravo ragazzo semina cadaveri e massacra povere donne con una lucidità e una freddezza da brividi, regalando perle di consapevole follia che senza dubbio lasciano il segno, anche se vivamente sconsgliate agli spettatori più sensibili.

Note di produzione: nel cast figura Simon Baker protagonista del fortunato serial The Mentalist, il film è stato presentato al Sundance Film Festival dove ha fatto il suo debutto in anteprima mondiale il 24 gennaio 2010, al Tribeca Film Festival e in concorso alla sessantesima edizione del Festival di Berlino.