La finestra di fronte, recensione

Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) madre di famiglia con due figli, un lavoro che non ama e un marito (Filippo Nigro) che passa da un impiego precario all’altro, fantastica sul bel Lorenzo (Raoul Bova), dirimpettaio funzionario di banca che ogni sera spia dalla finestra della sua cucina prima di andare a coricarsi.

Un bel giorno Giovanna si ritrova in casa un anziano signore in stato confusionale (Massimo Girotti) che il marito ha deciso di ospitare, almeno sino a quando non si farà luce sulla sua identità, visto che l’uomo sembra aver perduto gran parte della memoria.

Questo misterioso intruso creerà non pochi problemi al già traballante ménage famigliare della coppia, così Giovanna impaziente di liberarsi dell’inatteso ospite proverà ad occuparsi lei di rintracciarne indirizzo ed eventuali famigliari ed inaspettamente troverà un aiuto proprio in Lorenzo con il quale scoprirà che l’uomo, che dice di chiamarsi Simone, probabilmente è stato in un campo di concentramento durante la guerra.

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Margherita Buy: sensibilità d’artista

Timida, riservata, quando è alle prese con qualche intervista il suo sguardo profondo e un pò sfuggente lascia trasparire una grande sensibilità mista a fragilità, magica commistione che l’attrice riversa nei suoi personaggi, sempre un pò nevrotici, fobici e alla perenne ricerca di punti fermi, questo è Margherita Buy, un’attrice istintiva che indossa il suo carattere come una sorta di armatura, trasformando qualche imperfezione caratteriale o punto debole in una stupefacente forza emotiva da cui trarre ispirazione per indossare ad ogni ciak la maschera della quotidianità femminile.

Margherita Buy nasce a Roma il 15 Gennaio 1962, la sua scuola sarà l’Accademia d’Arte Drammatica, dove conoscerà il futuro marito Sergio Rubini ed il teatro, che sarà la sua palestra attoriale fino all’esordio in tv con con il film Flipper con Christian De Sica e Alessandro Haber. L’esordio cinematografico risale invece al 1986 nel drammatico Una grande storia d’amore del regista Duccio Tessari.

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Gabriel Garko: il bel tenebroso da fiction

Un personaggio particolare questo Gabriel Garko, la sua indubbia fisicità ed un talento non ancora sfruttato lo costringono a rimanere ancorato ad un certo stile da fiction e ad una recitazione di chiara impostazione televisiva, nonostante alcune sue interpretazioni, come il malato terminale de Le fate ignoranti, facciano trapelare un certo potenziale, l’attore è ancora ingabbiato in un certo machismo da soap ed un’impostazione che ne minano spontaneità ed espressione, lo vorremmo vedere in altri e più impegnativi  ruoli che ne mostrino il talento e non solo l’indubbia avvenenza.

My life:

Dario Oliviero alias Gabriel Garko nasce a Torino il 12 luglio 1974, cresciuto a Settimo Torinese, muove i primi passi nello spettacolo come modello ed aggiudicandosi il titolo di Mister Italia, poi una lunga esperienza nel mondo dei fotoromanzi, ed una relazione con l’attrice Eva Grimaldi.

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