Rain Man-L’uomo della pioggia, recensione

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Charlie Rabbit (Tom Cruise) commerciante di auto di lusso oltre a non avere un buon rapporto con il padre scopre dopo la sua morte che l’uomo gli ha nascosto l’esistenza di Raymond (Dustin Hoffmann), un fratello maggiore allontanato da casa quando Charlie era ancora piccolo e ricoverato in una clinica perchè autistico.

Charlie che nel frattempo si ritova in mezzo ad un disastro finanziario che potrebbe assumere proporzioni bibliche, scopre che il padre ha lasciato la maggioranza dei suoi beni proprio a Raymond e dopo l’apertura del testamento decide di prelevare il fratello dalla clinica e portarlo con lui a Los Angeles, nel tentativo di diventarne il tutore legale e prendere così il controllo dei suoi beni.

Charlie per portare Raymond dal suo avvocato sarà costretto ad intraprendere un lungo tragitto in auto perchè tra le molte fobie di Raymond ci sono anche gli aerei. Questa vicinanza con il fratello, alcune reminiscenze della sua presenza nell’infanzia di Charlie e la scoperta di abilità matematiche strabilianti di Raymond porteranno i due lungo la strada ad avvicinarsi e ritrovarsi, stabilendo a lungo andare un legame affettivo profondo e inaspettato.

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Semplicemente Ben Stiller

Benjamin Edward Stiller noto come Ben Stiller, attore e regista statunitense, è nato a New York nel 1965 dalla leggendaria coppia di attori Jerry Stiller e Anne Meara; non sorprende quindi che la sua carriera sia da subito volta al mondo dello spettacolo.

L’interesse per immortalare le immagini, spinge Ben ad apprendere le arti della fotografia. Questa passione sarà alla base del suo debutto alla regia, avvenuto nel 1994, con il film Giovani, carini e disoccupati, con Winona Ryder ed Ethan Hawke.

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Paul Newman per una vita

Il suo sguardo rimarrà per sempre impresso nella nostra memoria. Lo stesso sguardo che si è posato, all’inizio, su Shaker Heights, nei pressi di Cleveland (Ohio). Erano gli occhi erano figli del proprietario di un grande negozio di articoli sportivi figlio a sua volta di emigranti ungheresi e tedeschi.

La mamma era ungherese. In quelli stessi occhi i sogni nascevano, morivano, si realizzavano e si disperdevano; uno dei primi era quello di diventare un pilota dell’aviazione; per questo si arruolò, subito dopo la High School, nella Naval Air Corp, l’aviazione della Marina.

Furono paradossalmente proprio gli occhi a impedire la realizzazione di questo sogno: un problema alla vista lo rendeva non idoneo a svolgere il ruolo a cui aspirava; durante la seconda guerra mondiale, quindi, prestò servizio nel Pacifico meridionale come marconista.

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