Viaggio in paradiso, recensione di Get the Gringo

Dopo aver rapinato un boss della droga, una coppia di rapinatori oltrepassa il confine con un paio di borse colme di contanti, ma vengono intercettati dalle autorità e mentre uno di loro ferito muore dopo uno spettacolare incidente d’auto l’altro, che chiameremo Gringo (Mel Gibson), finisce nelle mani di alcuni poliziotti corrotti che gli rubano il bottino e lo seppelliscono in una prigione messicana sperando che nessuno lo venga a cercare. Purtroppo per loro non sarà così perchè il legittimo proprietario dei soldi invierà alcuni scagnozzi oltreconfine per recuperare il maltolto. Nel frattempo Gringo mentre cerca di sopravvivere alla prigionia, stringerà amicizia con un ragazzino di dieci anni che nasconde un segreto e la sua bella madre, entrambi ospiti del boss che controlla il carcere.

Il veterano Mel Gibson rispolvera l’ironica strafottenza del suo Porter protagonista del crime-revenge Payback e lo piazza nel bel mezzo di una delle prigioni messicane più anomale mai viste su schermo, un vero e proprio villaggio criminale con negozi, locali e interi nuclei famigliari, popolato da un microcosmo di tagliagole che include secondini corrotti, papponi, tossici, prostitute, un direttore che definire colluso è un eufemismo e l’immancabile boss della prigione, intento a dettar legge e a decidere di volta in volta chi vive e chi muore dal suo attico con vista sul cortile.

In patria il film di Gibson è stato oltremodo sottovalutato finendo per disertare le sale e fruendo di distribuzione direttamente in home-video, invece il film ha diversi punti di forza che ne fanno un solido film di genere da godersi tranquillamente anche in sala. Di questi punti forza c’è senza dubbio la messinscena dinamicizzata ad arte nonostante gli evidenti limiti imposti dalla location, uno script a cui ha collaborato lo stesso Gibson e che evita di prendersi troppo sul serio sfoggiando un’ironia sempre pronta a smussare le immancabili dosi di violenza dai toni vigorosamente pulp richieste dal genere.

Puntuale e divertita la regia dello sceneggiatore Adrian Grunberg al suo debutto su grande schermo dopo un paio di esperienze come aiuto-regista proprio con Gibson in Fuori controllo e Apocalypto. Grunberg sfrutta a dovere l’ambientazione latineggiante orchestrando anche una spettacolare sparatoria ricca di rallenti alla John Woo e che sembra uscita dal rutilante El Mariachi di Robert Rodriguez.

Viaggio in paradiso aka Get the Gringo è un irriverente prison-movie con corpose dosi di crime e innesti action ben supportati da un Gibson credibile e divertente, insomma un film capace di intrattenere a dovere e assolutamente da non sottovalutare.

Nelle sale dal 1° giugno 2012

Note di produzione: nel cast figurano anche Peter Stormare e Peter Gerity. Le riprese iniziate a marzo del 2010 hanno fruito di location a San Diego, Brownsville in Texas e a Veracruz in Messico oltre che presso il carcere Ignacio Allende. Il film in origine era stato intitolato How I Spent My Summer Vacation.