Per un pugno di dollari, recensione

Un pistolero (Clint Eastwood) giunge in una sperduta cittadina ai confini tra Stati Uniti  e Messico e fermandosi al locale saloon stringe amicizia con un barista che lo mette al corrente di una sanguinosa faida in atto nella città, in cui si stanno confrontando la famiglia Rojo capitanata dal capofamiglia Don Benito e la famiglia Baxter che vede tra i suoi membri lo sceriffo della città.

Lo straniero, che si fa chiamare Joe inizia uno strano e pericoloso gioco delle parti che lo vedrà schierarsi in cambio di denaro prima da una parte e poi dall’altra, acuendo nel frattempo il dissidio tra le bande, questa confusione indotta da Joe permetterà a quest’ultimo di far fuggire anche una famiglia a cui il pistolero donerà gran parte del ricavato del suo doppio gioco, escludendo così l’ipotesi che le sue azioni siano dettate solo dal denaro.

Joe dopo essere sfuggito ai messicani diventerà ancora una volta causa di un efferato scontro che vedrà i Baxter sterminati dai messicani, massacro seguito dal ritorno in città di Joe pronto armi alla mano a terminare il lavoro.

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Per qualche dollaro in più: recensione

locandina2Il misterioso pistolero soprannominato il monco (Clint Eastwood) è un famigerato cacciatore di taglie che sceglie le sue prede tra i criminali più pericolosi e quindi più quotati, suo rivale e collega il colonnello Douglas Mortimer (Lee Van Cleef), entrambi hanno messo gli occhi sull’evaso El Indio (Gian Maria Volontè) capo di una banda di pericolosi desperados.

Mentre il monco punta alla taglia di diecimila dollari sulla testa dell’indio, il colonnello sembra avere un conto in sospeso con l’evaso. Nel frattempo l’nespugnabile banca di El Paso è presa di mira dall’indio e la sua banda che stanno organizzando una colossale rapina.

Dopo un duello per scoprire chi è il pistolero più abile, i due caccitorii di taglie diventano soci e al monco spetta l’ingrato compito di infiltrarsi tra le fila dei desperados per tenerli d’occhio.

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