Stormbreaker, recensione

stormbreaker_ver2l’agente segreto dell’M16 Ian Rider (Ewan McGregor) durante il rientro da una missione perde la vita in un’imboscata tesagli da un suo acerrimo nemico, il mercenario Yassen Gregorovich (Damian Lewis) , unico suo erede è il nipote Alex (Alex Pettyfer), un quattordicenne che lo zio ha allevato e addestrato.

In previsione di un futuro nei servizi segetri britannici, Ian ha a preparato il nipote in tutte le abilità necessarie ad un agente segreto, cultura, arti marziali, armi, strategia militare e spionistica, insomma il nipotino è una perfetta spia in miniatura.

Alex non si sente però ancora pronto al gravoso compito di sostituire lo zio, ma al capo dei servizi segreti questo non sembra importare molto, e volente o nolente lo coinvolge nelle indagini sulla morte dello zio, che porteranno Alex sulle tracce dell’ eccentrico Darrius Sayle (Mickey Rourke), un miliardario filantropo dall’oscuro passato.

Questo Harry Potter versione James Bond proviene, come il maghetto, da una serie di romanzi per ragazzi di grande successo, il regista Geoffrey Sax, che ha nel curriculum la regia del discreto White Noise, thriller sovrannaturale con Michael Keaton, ben si presta a questo divertissement per ragazzi ricco di humour ed effetti speciali.

Il film si pone a mezzavia tra il cugino americano Spy Kids di Robert Rodriguez e l’infinita sequela di avventure bondiane e cloni vari, buona la performance del giovane protagonista, ma più che altro il film permette di goderci un villain di lusso come Mickey Rourke, mai cosi autoironico ed eccessivo ed il ritorno della bella e brava Alicia Silversone, che dopo un travolgente esordio negli anni ’90 e indossata la tutina aderente di Batgirl, sparirà dalle scene, limitandosi a qualche ruolo secondario.

Stormbreaker, nonostante qualche carenza a livello di sceneggiatura e fisiologiche imperfezioni da trasposizione su grande schermo, comunque riesce nello scopo di intrattenere, il suo esordio ai botteghini però non ha avuto molta fortuna e sembra che eventuali sequel tratti dagli altri romanzi della serie di Alex Rider, per il momento non attirino molto l’attenzione dei produttori.