Uomini che odiano le donne: recensione

la-locandina-di-uomini-che-odiano-le-donne-111157Mikael Blomqvist (Michael Nyqvist), un giornalista investigativo che opera in campo economico, non se la passa affatto bene, alla faccia della libertà di stampa e del suo curriculum, il giornalista ha pestato i piedi ad un grosso uomo d’affari, pubblicando uno scottante dossier che purtroppo  in tribunale si è rivelato un pericoloso boomerang.

Una grave accusa di diffamazione pende sulla sua testa, in tribunale le cose sembrano mettersi al peggio così Blomqvist abbandona la sua carica editoriale ed accetta un lavoro un pò particolare, un cold case, un caso irrisolto in cui sono coinvolti un’antica e potente famiglia, i Varger, ed una ragazza misteriosamente scomparsa.

Ad investigare sull’investigatore viene assoldata anche una brillante hacker Lisbeth Salander (Noomi Rapace), che se all’inizio segue Blomqvist da lontano raccogliendo informazioni, scoperto il collegamento tra il caso del giornalista e una serie di efferati delitti decide di far parte dell’indagine.

Le indagini dei due come da copione alzeranno un bel polverone e come spesso accade sbirciare sotto il tappero di una potente dinastia  non è molto salutare, specialmente quando quest’ultima possiede secolari anticorpi per difendersi da indiscrete e scomode intrusioni…

Certo che la pressione cui deve essere stato sottoposto il regista Niers Arden Oplev deve essere stata notevole, avere tra le mani un best seller molto amato come Uomini che odiano le donne, rischiava di far implodere il progetto o peggio ancora avere l’effetto di  scodellare una sbiadita e raffazzonata trasposizione, il che sarebbe stato ancor più grave.

Fortunatamente Oplev ha fatto del limitato budget virtù e ha cercato di mettere tutto quel che poteva all’interno della pellicola, rischiando ripetutamente una certa prolissità, ma mai tradendo l’idea originale dell’autore e contando sulla performance di due protagonisti motivati e in parte.

Il film nonostante una durata eccessiva che ne può in parte minare la fruibilità, resta un solido e atipico giallo investigativo che comunque conquista col lento dipanarsi della trama e affascina per le location, la suggestiva fotografia dai toni freddi e la voluta mancanza di luce di alcune sequenze che ne acuisce la ricercata atmosfera.

Per chi non ha letto il libro, ma è avvezzo al genere la soluzione del caso arriverà molto prima dei titoli di coda, ma questo non inficerà minimamente la visione del film, i lettori e fan del romanzo originale invece potranno gustarsi una dignitosa trasposizione che certamente non li deluderà, se sapranno mettere in conto che le pagine di un libro molto raramente trovano una perfetta e fedele trasposizione sul grande schermo.