Recensione: Sciuscià

La vita non è facile per Pasquale (Franco Interlenghi) e Giuseppe (Rinaldo Smordoni), due piccoli lustrascarpe che lavorano sui marciapiedi di via Veneto a Roma, i disagi ed il campare alla giornata, sono onnipresenti nella loro vita ma la voglia di divertirsi e sognare che è propria della fanciullezza, gli permette con i soldi raccimolati, ogni volta che possono,  di affittare, a Villa Borghese, un cavallo di nome Bersagliere e cavalcarlo dimenticando per qualche minuto la durezza della vita.

Purtroppo i due si trovano involontariamente coinvolti in un furto e vengono entrambi arrestati, ma prima riescono ad acquistare il tanto desiderato Bersagliere e ad affidarlo ad uno stalliere. Portati in carcere saranno separati e Pasquale, con l’inganno sarà costretto a confessare i nomi dei complici del furto tra i quali c’è il fratello di Pasquale, che verrà arrestato.

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Recensione: Umberto D.

Umberto Domenico Ferrari,  pensionato, ha lavorato per trent’anni al Ministero dei Lavori Pubblici, un impiegato modello, discreto e ligio al dovere, ma purtroppo la sua tranquilla  vita di pensionato si scontra con una minaccia di sfratto ed una sensazione di deriva che lo porterà a pensieri suicidi. Sarà il suo fedele compagno Flaik, un cagnolino, a ridestare in lui la voglia di vivere e la speranza, se non in una vita migliore, almeno in un ottimismo che consenta di affrontare le storture quotidiane giorno per giorno.

Il neorealismo italiano rappresenta, per molti critici e per chi sta scrivendo, l’apice artistico del cinema italiano, un periodo fervido di piccoli grandi palpitanti capolavori, giudicati estremi da molti all’epoca, per il loro linguaggio duro e senza filtri.

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Vittorio, Manuel e Christian De Sica: la passione si chiama cinema

Spesso e volentieri il Cinemaniaco si occupa della storia, delle opere e della vita delle grandi famiglie legate da un unico comune denominatore: il cinema. Quest’oggi non potevamo esimerci dal rendere omaggio ad una grande famiglia italiana, che ha fatto dello spettacolo, della musica e del cinema per l’appunto, la propria esistenza, la propria missione. Uno style tutto partenopeo, che porta i nomi di Vittorio, Manuel e Christian De Sica.

Vittorio De Sica, figlio di un impiegato di banca, Umberto, col quale aveva un rapporto molto bello e forte, e al quale dedicherà il suo film, Umberto D., già durante gli studi di ragioneria , ottiene un piccolo ruolo in un film muto diretto da Giancarlo Saccon, Il processo Clemenceau del 1917.

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