Da Ed Wood a Uwe Boll: i peggiori registi di sempre

Oggi nella rubrica I bruttissimi ospitiamo un’intera categoria, parliamo dei registi che hanno da sempre diviso la platea in maniera netta, sbeffeggiati dalla critica ufficiale e oltremodo apprezzati ed amati da piccoli eserciti di cultori e fan che magari difendono a spada tratta un modo di fare cinema sul filo del kitsch a zero-budget, che in più di un’occasione ha figliato geniali e riconosciuti cineasti ormai affermati, in altre ha popolato una vero e propria realtà parallela fatta di pellicole e autori di nicchia che barcamenandosi tra trash allo stato puro e cinema di serie Z continuano a popolare l’immaginario collettivo di appassionati di ogni età.

Dopo il salto trovate la nostra classifica completa di menzioni speciali.

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I bruttissimi, Miliardi


Dopo un doveroso ringraziamento ai fratelli Vanzina per il materiale fornito, oggi vi proponiamo Miliardi, pellicola che fa il verso a storiche e blasonate soap americane come Dallas, Dinasty e Falcon Crest per raccontarci dell’ambizioso piano del nipote di un magnate finito in coma e senza eredi, che punta alla conquista del patrimonio di famiglia tra intrighi all’amatriciana e recitazione da brividi.

Protagonista di questa pellicola che insieme a Via Montenapoleone e a I miei primi quarant’anni fa parte artisticamente parlando, del periodo lusso, fuoriserie e modelle della coppia di cineasti romani, il mai troppo sopravvalutato Billy Zane, in seguito scampato sia al disastro del Titanic che alla tutina dell’uomo mascherato, che in questo caso sfoggia una fissità da villain consumato, mentre complotta per la sua subdola scalata al potere (qui ci vorrebbe una risata da supercattivo da fumetto, ma passiamo oltre).

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I bruttissimi: Paganini Horror-il violino che uccide

Paganini Horror ovvero quando il trash supera se stesso, si autocita parodiandosi e sconfinando nel demenziale più estremo.

Qui tutto è all’insegna del fatto in casa, recitazione compresa, e se questo può essere un pregio per un bel piatto di matriciana non lo è per un film che in teoria dovrebbe regalare qualche brivido.

Una band in cerca dell’ispirazione perduta acquista uno spartito maledetto nato da un patto tra il diavolo e il musicista Paganini. Inizieranno così una serie di efferati omicidi che vedranno i membri del gruppo morire uno ad uno uccisi da un tizio mascherato armato di violino con lama estraibile (!!).

Effetti speciali da fiera di paese, basta guardare il delirante finale con luci e nebbia da discoteca, il resto è recitazione da sala parrocchiale, e una protagonista che non fa che urlare e strabuzzare gli occhi.

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