Venezia 2011, Leone d’oro alla carriera per Marco Bellocchio

Dopo la notizia che il Festival di Cannes quest’anno assegnerà uno speciale premio alla carriera a Bernardo Bertolucci, ecco giungere dai lidi veneziani un’altra lieta novella per il cinema italiano con un’altra assegnazione, stavolta di un prestigioso Leone d’oro alla carriera assegnato dal Festival del Cinema di Venezia al regista Marco Bellocchio.

La sessantottesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre, dopo la premiazione del regista che si terrà nella Sala Grande del Palazzo del Cinema proporrà la proiezione di una versione restaurata de In nome del padre, pellicola che Bellocchio girò nel ’71 e che lo stesso regista ricorda così:

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Hotel Rwanda, recensione

Ruanda 1994, il paese africano è in fibrillazione, Hutu e Tutsi, due fazioni da sempre in conflitto sul territorio, sembrano aver raggiunto il punto di rottura e presto si scatenerà un vero e proprio massacro dettato da una inarrestabile follia genocida che porterà gli Hutu a giustiziare brutalmente oltre un milione di connazionali Tutsi.

In questa cornice in cui gli osservatori internazionali avvertono le prime avvisaglie di quello che diventerà uno dei più grandi genocidi della storia africana, non riescono ad intervenire celandosi dietro ad una neutralità che lascerà un solo uomo, il direttore d’albergo Paul Rusesabagina (Don Cheadle) da solo ad affrontare un esercito di invasati connazionali pronti a perpetrare una strage che non risparmierà neanche donne e bambini.

Rusesabagina è Hutu, sua moglie Tatiana (Sophie Okonedo) Tutsi, la coppia con figli scoprirà ben presto che l’hotel presidato dai caschi dell’ONU sembra al momento l’unico luogo sicuro, così lo raggiungeranno portando con loro un gruppo di vicini di etnia Tutsi formato da anziani, donne e bambini, Rusesabagina dovrà pagare la milizia anti-Tutsi per salvare la propria famiglia e darà tutto ciò che possiede per strappare alla morte più persone possibile.

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Pete Postlethwaite è morto

E’ morto all’età di sessantaquattro anni, a seguito di una lunga malattia, Pete Postlethwaite, il noto attore cinematografico britannico. A dare la notizia è stato il suo amico e giornalista Andrew Richardson.

Peter William Postlethwait, nato a Warrington il 16 febbraio del 1946, prima di esordire al cinema ne I duellanti di Ridley Scott, ha recitato in teatro con la Royal Shakespeare Company.

Nella sua carriera l’attore ha interpretato 94 ruoli tra cinema e televisione, tra gli ultimi quelli di Spyros in Scontro tra titani, Maurice Fischer in Inception, Fergus Colm in The Town e Karl in Killing Bono (ancora inedito).

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Brothers, recensione

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Sam Cahill (Tobey Maguire) è un vincente nella vita e nella sua carriera militare, marine pluridecorato dopo la scuola ha sposato Grace (Natalie Portman), la sua ragazza al liceo con la quale ha avuto due figlie e si è costruito una famiglia.

Tommy (Jake Gyllenhaal) invece è il fratello che ha vissuto all’ombra di Sam per  tutta la vita, non riuscendo neanche a vivere del suo riflesso e diventando così la pecora nera della famiglia, passando da una bevuta all’altra con qualche sosta in galera.

Quando però Sam, durante una missione in Afghanistan viene dato per disperso, a Tommy sembra essere concessa una seconda possibilità, una chance per ricostruirsi un esistenza utile e vivibile, aiutando Grace e le due nipoti  e diventando un punto di riferimento per la famiglia del fratello.

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