Le comiche, recensione

Il film si apre con i due protagonisti, Paolo (Paolo Villaggio) e Renato (Renato Pozzetto) che per evitare di essere investiti da un treno, fuoriescono dallo schermo di un’affollata sala cinematografica tra lo sbigottimento generale ed iniziano la loro avventura nel mondo reale pronti ad ordire, con una certosina e inconscia premeditazione una serie di spassosi disastri. Si comincia da una chiesa da ristrutturare in cui una stramba coppia di futuri sposi diventerà vittima dell’inettitudine dei due improvvisati manutentori, con un finale in stile torte-in-faccia che vedrà coinvolto un organo e tanta vernice. A questo catastrofico esordio seguiranno una serie di impieghi che includeranno nell’ordine: benzinai in una stazione di servizio, rappresentanti porta-a-porta e impiegati di un’agenzia di pompe funebri. Tra un lavoro e l’altro i due avranno anche il tempo di seminare il panico su una spiaggia e finire nelle mani di un clan mafioso, per tornare in un’affollatissimo gran finale a vedersela con il treno del prologo.

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Le nuove comiche, recensione

Le nuove comiche

1990, il regista Neri Parenti grande amante del cinema muto americano e delle sue tipiche gag fisiche di cui infarcisce i suoi film, omaggiando di volta in volta Buster Keaton piuttosto che Charlie Chaplin, dopo aver inserito per anni massicce dosi di queste dinamiche con un surplus sia nello spassoso Ho vinto la lotteria di Capodanno che nel dittico Scuola di ladri, decide di fare il grande salto e riportare in toto sullo schermo, con un’operazione non priva di rischi, la formula comica originale puntando su una coppia di attori protagonisti assoluti con gag a profusione e scenette legate da un filo di trama, insomma il classico repertorio che ha fatto la fortuna di grandi coppie come Stan Laurel e Oliver Hardy alias Stanlio & Ollio.

Parenti conosce il genere e da buon veterano ne attualizza le dinamiche quel tanto che basta per renderle fruibili al pubblico odierno e scegli due personaggi ad hoc senza puntare sulle diversa connotazione fisica, anzi cercando una compatibilià proprio nella fisicità e riconoscibilità. La scelta cade su Paolo Vilaggio che con il suo Fantozzi ha fatto di ingombrante fisicità spassosa virtù e di quel cinema che ha ispirato Parenti un segno distintivo della sua filmografia, e Renato Pozzetto che se pur lontano dalla comicità del collega Villaggio e puntando sul grande schermo a personaggi dalla vis comica più surreale che fisica, ripesca il suo repertorio degli esordi da cabaret televisivo con l’amico e collega Cochi Ponzoni per diventare ottimo complemento al fantozziano partner.

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