Festival di Venezia, 10 film da Leone d’oro

Visto l’avvicinarsi della data di debutto della sessantasettesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia oggi vi proponiamo una seconda classifica dedicata al Leone d’oro, prestigioso riconoscimento assegnato dalla manifestazione.

Dopo aver menzionato nella precedente classifica i Leoni alla carriera assegnati ad alcuni dei piu grandi registi di sempre, oggi ci occupiamo invece dei film che dal 1946 sino all’ultima edizione della rassegna veneziana hanno vinto il Leone d’oro come miglior film.

Naturalmente abbiamo dovuto stilare una classifica facendo una cernita a volte molto difficile, ma cercando di selezionare pellicole che hanno trovato un posto anche nel cuore degli spettatori e non solo in quello di cinefili e critici, insomma un Leone d’oro che abbia messo d’accordo pubblico e critica.

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Mike Leigh: la classe operaia va in paradiso

Mike Leigh è il regista del quotidiano, come il collega Ken Loach testimonia lo svelarsi di una normalità che ci circonda, i personaggi dei suoi film sono gente comune, operai, casalinghe, impiegati, che ogni mattina al suono della sveglia affrontano i piccoli grandi problemi di tutti i giorni,le scadenze, i figli, la disoccupazione, la vita matrimoniale. Leigh non trasforma i suoi personaggi in eroi per caso o testimonia la loro metamorfosi in qualcosa di meglio, ne osserva i gesti, i pregi ed i difetti dell’essere umano calato in situazioni e ambienti dall’imbarazzante banalità, nessun sogno americano, ma solo ed esclusivamente british life.

Mike Leigh nasce a Manchester il 20 Febbraio 1943, la sua infanzia è influenzata notevolmente dal nonno fotografo, trasferitosi a Londra frequenta la London film school che grazie ad una vasta gamma di materie che comprendono pittura, recitazione, disegno e scenografia da al giovane Mike una formazione completa che gli permetterà un approfondito approccio al mestiere di regista.

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Festival di Venezia dalla sessantunesima alla sessantacinquesima edizione: David Lynch e i Fratelli Coen

Il congiungersi dell’inizio con l’era odierna mi rimanda a visionni di scenari solenni, come Stonehenge in una notte in cui si effettua un rito di rinascita o cose simili. Il percorso iniziato ormai tempo fa fortunatamente non sembra destinato a finire a breve.

Rivedo, con un pò di nostalgia, tutti i volti che ho visto passare fin’ora qui, in questa magica Laguna, e l’idea di svanire tra qualche paragrafo, mi fa sentire vuoto, mi fa sentire la necessità di prendermi dei punti di riferimento, come quando ci si scambiava l’inidirizzo con gli amici conosciuti al mare.

Sento il bisogno di qualcosa che mi dia un pò di sicurezza, qualcosa che non mi faccia sentire come una pallina della roulette, lentamente destinata a fermarsi; chissà se si rende conto della fine lenta e inesorabile della sua corsa. Spero per lei che in quel momento viva in una sorta di semi-coscienza, e che davanti ai suoi occhi si spengano i volti dei divi, come

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