Arrietty, recensione

Nella città di Koganei (Tokio) in una villa immersa nel verde si trasferisce, in attesa di subire una delicata operazione al cuore, il giovane Sho che ben presto scoprirà che le storie che gli raccontava sua zia Sadako, di piccoli esserini alti 10 cm identici in tutto e per tutto ad un essere umano che vivrebbero nascosti nella casa, non sono solo delle favole. Sho incontrerà Arrietty una graziosa adolescente in miniatura che vive nascosta con la sua famiglia composta dal padre Pod e la madre Homily. La famiglia in miniatura si ingegna nell’arte del riciclare, mettendo a frutto ogni oggetto che reperisce nella casa frutto di alcune incursioni notturne del padre di Arrietty. Durante una di queste uscite Pod porterà per la prima volta con sè la figlia, che presto dovrà imparare a caversela da sola e Arrietty non deluderà il padre, almeno fino a quando l’uomo non si accorgerà che Sho ha visto la figlia e che quindi la sua famiglia si trova in pericolo e la loro casa, non più sicura dovrà essere abbandonata al più presto.

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Festival di Venezia: 10 outsider da Leone d’oro

Oggi vi proponiamo un’ultima classifica dedicata alla Mostra del Cinema di Venezia che si avvicina alla giornata finale e all’assegnazione del prestigioso ed ambito Leone d’oro, di cui uno, quello alla carriera già assegnato in questi giorni al regista John Woo.

Per stilare la classifica odierna abbiamo selezionato una serie di pellicole in concorso, ma non vincitrici, tranne un Leoncino d’oro assegnato nel 2005 a Lady vendetta e che secondo noi rappresentano degli outsider nel panorama della Selezione ufficiale veneziana.

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Il mio vicino Totoro, recensione

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Le due sorelline Satsuki e Mei si trasferiscono con il padre alla periferia di Tokio, dove  si potranno avvicinare alla loro mamma ricoverata in un ospedale e dove potranno ache scoprire un nuovo e sorprendente mondo che la natura rigogliosa gli metterà a diposizione per i loro avventurosi pomeriggi di gioco.

Quello che le due bambine non si aspettano, è che quel lussureggiante mondo ne contiene un altro, ben nascosto, che solo l’innocenza dell’infanzia può scorgere, un mondo popolato da spiriti e fantasmagorici personaggi da sogno ad occhi aperti.

Dopo aver fatto la conoscenza degli spiritelli della fuliggine, Mei, la più piccina delle due, in un’incursione fuori programma nella foresta, farà la conoscenza di un altro spirito, dall’aspetto bizarro, un pò orso, un pò procione, quell’apparizione è in realtà un troll, uno spirito buono che abita la foresta e che Mei soprannominerà Totoro.

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Recensione: Il castello errante di Howl

La giovane Sophie, si trova tramutata in una vecchina per un maleficio lanciatogli dalla malvagia Strega delle Lande. A causa di questa sua trasformazione, la ragazza è costretta a lasciare la sua casa e le due sorelle, in cerca di un’ antidoto all’incantesimo trova lavoro come donna delle pulizie nel magico, e sempre in movimento, castello di Howl.

Sophie scoprirà che anche il giovane abitante del castello, il mago Howl, è vittima della Strega delle Lande, e che il castello è una porta aperta sul suo mondo, attraverso la quale raggiungere qualsiasi posto lei desideri, intanto la guerra è alle porte…

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Hayao Miyazaki

Scrivere di Miyazaki ha lo stesso effetto, per me, di scrivere sui genitori delle persone che amo. Autore di fumetti, animatore, sceneggiatore e produttore giapponese, Miyazaki è in effetti il padre di alcune delle cose più belle che abbia mai visto, a partire da Conan, il ragazzo del futuro (Mirai Shōnen Konan), ma andiamo con ordine.
Classe 1941, Miyazaki, è sempre stato un appassionato disegnatore, e fu immediatamente conquistato dalla scoperta dei manga e degli anime. Si laurea in Scienze Politiche ed Economia nel 1963, e senza perdere altro tempo entra a far parte dello staff dei disegnatori della Toei , facendosi subito notare per la proposta di un miglior finale per il film Gariba no uchu ryoko (1965) (in inglese Gulliver’s Travels Beyond the Moon).
Divenuto poi animatore capo e concept artist (colui che crea i personaggi e gli scenari) per Taiyo no Ōji: Horusu no daiboken (edito in Italia dapprima con il titolo La grande avventura del piccolo principe Valiant, poi con quello de Il segreto della spada del sole), film diretto da Isao Takahata, pubblica nel frattempo il manga La tribù del deserto (Sabakuno Tami), negli anni 1969-70.

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