E’ morta l’attrice Annie Girardot

Si è spenta ieri in un’ospedale di Parigi all’età di settantanove anni l’attrice Annie Girardot protagonista e testimone di un cinema italiano non poco rimpianto che l’ha impressa a fuoco nella memoria di tanti cinefili, ma anche di un’intera generazione di spettatori che la ricorderanno accanto ad Alain Delon in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, set dove la Girardot conoscerà il suo futuro marito, l’attore Renato Salvatori.

A portare via l’attrice una malattia terribile e impietosa come l’Alzheimer che trasforma i ricordi  in scritte sbiadite, ma in qualche modo conservate nella memoria collettiva grazie ad una carriera intensa e luminosa che l’ha vista esordire in patria nel 1955 con Tredici a tavola di André Hunebelle, per poi affiancare Jean Gabin nel suo primo Commissario Maigret (1958) e recitare poi per gli italiani Visconti (Le streghe), Corbucci (Il giorno più corto), Monicelli (I compagni), Ferreri (La donna scimmia) e i fratelli Taviani (Il fuorilegge del matrimonio), senza dimenticare tanti maestri d’oltralpe come Lelouch (Vivere per vivere).

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Maria Schneider è morta

Si è spenta ieri a 58 anni dopo una lunga malattia l’attrice Maria Schneider nota al grande pubblico per aver duettato su grande schermo con Marlon Brando nel discusso Ultimo tango a Parigi, il film di Bernardo Bertolucci dopo la prima americana nell’ottobre del ’72 approdò nelle sale italiane creando guai giudiziari a Bertolucci e una successiva sentenza che ordinò la distruzione della pellicola.

Maria Schneider nasce a Parigi il 27 marzo del ’52, talento naturale esordisce a teatro ancora adolescente, il debutto su grande schermo e con una piccola parte ne L’albero di Natale dell’inglese Terence Young, dopo Ultimo Tango a Parigi, ruolo che la trasformerà in un sex symbol per un’intera generazione, reciterà anche in Professione reporter di Antonioni accanto a Jack Nicholson, in Cercasì Gesù di Comencini e Jane Eyre di Zeffirelli.

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Mario Scaccia è morto

La notte tra il 25 e il 26 gennaio si è spento a novantuno anni presso l’ospedale Policlinico Gemelli di Roma l’attore Mario Scaccia, un altro veterano del cinema e del teatro italiano ci lascia dopo aver dimostrato con la sua lunga carriera un’amore viscerale e incondizionato per il palcoscenico.

Gli esordi dell’attore romano classe 1919, dopo il diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica si Roma conseguito nel 1948, lo vedono cimentarsi con la prosa calcando palcoscenici teatrali e televisivi, nel ’51 porta in scena al fianco di Vittorio Gassman La vedova scaltra di Goldoni, mentre per la RAI reciterà Shakespeare e Petrolini, apparirà nel Pinocchio di Comencini e si esibirà al fianco di Gastone Moschin, Eros Pagni, Miranda Martino e Carlo Ninchi.

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Il segno di venere, recensione

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Agnese e Cesira (Sophia Loren e Franca Valeri) sono due cugine che vivono insieme a Roma in casa del padre di Agnese (Virgilio  Riento) e con la zia napoletana Tina (Tina Pica). Agnese originaria del meridione è una bellezza procace di quelle che non passano certo inosservate, mentre Cesira milanese doc è proprio il contrario, decisamente meno appariscente della cugina vive costantemente al’ombra di quest’ultima, inconsapevole che Agnese in realtà la invidia per la libertà di cui dispone e per il lavoro che la rende indipendente.

Cesira all’apparenza così seriosa, perfettina e ligia al lavoro in realtà ha come tutto le donne un sogno romantico nel cassetto e si affida spesso all’astrologia pensando di ricevere finalmente la notizia di uno spasimante in  arrivo, così un bel giorno gli viene confidato da una chiromante che quello che sta per attraversare è il periodo migliore per trovare l’amore e di non lasciarsi scoraggiare da un eventuale disinteresse dell’uomo che incontrerà, perchè in realtà dietro si cela una passione inespressa.

Così Cesira, che non ha nessuno intenzione di lasciarsi scappare l’occasione di una vita, si impegna al massimo per scoprire chi sarà il suo misterioso Principe azzurro e naturalmente nella ricerca incontrerà ciarlatani, artisti falliti e piccoli cialtroni che approfitteranno senza vergogna della sua speranzosa ingenuità.

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Pane, amore e…: recensione

ScreenHunter_01 Jun. 19 06.18 (300 x 421)Il Maresciallo Carotenuto ( Vittorio De Sica) lasciata l’Arma dei Carabinieri torna nella natia Sorrento, dove ad attenderlo troverà il fratello parroco Don Matteo (Mario Carotenuto) e la casa di famiglia dove è cresciuto. I festeggiamenti per il bentornato, allietati anche dall’assegnazione del comando della locale stazione di vigili urbani, saranno in parte rovinati dalla notizia che la casa di famiglia non è libera.

Ad occupare l’appartamento la procace inquilina Donna Sofia (Sophia Loren) che userà tutte le sue arti seduttive per non venir sfrattata, nel frattempo Carotenuto verrà ospitato suo malgrado in casa della rigida Donna Violante (Lea Padovani) e a controllarlo affinchè la sua condotta morale resti irreprensibile, non solo il fratello prete, ma anche la carabiniera Caramella (Tina Pica), fedele domestica tutta d’un pezzo.

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Pane, amore e gelosia: recensione

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Ritroviamo i protagonisti del primo film all’indomani delle loro dichiarazioni d’amore, il maresciallo Carotenuto (Vittorio De Sica) scoperto che la levatrice Nannarella (Marisa Merlini) non solo ha un figlio, ma è stata abbandonata dall’uomo che l’ha sedotta, decide ugualmente di impegnarsi con lei, mentre il carabiniere Stellutti (Robert Risso) è riuscito finalmente a confessare il suo amore alla bella Bersagliera (Gina Lollobrigida che tra parentesi non aspettava altro.

Confessati i propri sentimenti le due coppie ora dovranno fare i conti con alcune complicazioni che rischieranno di minare l’immane fatica fatta, infatti Stellutti dovendo terminare il suo servizio in un altro paese, prima di partire affida la sua fidanzata a Carotenuto, che per tenerla d’occhio la assumerà come governante in casa propria dando il via ad una serie di chiacchiere che il piccolo paese contribuirà a far arrivare sia a Stellutti che a Nannarella, fomentando in loro gelosia e sospetti.

Ci vorrà un semplice ed ingenuo ballo tra la Bersagliera e Carotenuto affinchè  le coppie scoppino, Nannarella si lancerà in una scenata di gelosia e Stellutti romperà il fidanzamento. nel frattempo Carotenuto cercando di riparare all’equivoco intende sposare Nannarella e dare le dimissioni dall’Arma così da regolarizzare la loro situazione, ma il ritorno del seduttore latitante che vuole riparare al torto fatto in passato sposando Nannarella e riconoscendo suo figlio complicherà ancor più la situazione, intanto la Bersagliera pensa di abbandonare il paese…

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Pane, amore e fantasia: recensione

locandina

A Sagliena, paesino del centro-italia, assisteremo alle schermaglie amorose e alle peripezie del maresciallo Antonio Carotenuto (Vittorio De Sica), fascinoso ed attempato sciupafemmine in divisa che nonostante l’avanzare dell’età non rinuncia  a correre dietro a qualche gonna locale, naturalmente con la discrezione che la divisa impone.

Nel sonnolento microcosmo di provincia in cui si muove Carotenuto gravitano la sua zelante domestica Caramella (Tina Pica), la bella levatrice Annarella (Marisa Merlini) che ha attirato da subito le attenzioni del maresciallo e la sensuale e ruspante Maria (Gina Lollobrigida) soprannominata La bersagliera, che nonostante l’apparente sfacciataggine e il caratterino vivace, nasconde il suo amore per il giovane carabiniere Pietro Stelluti (Roberto Risso).

Pane, amore e fantasia e la prima di quattro pellicole che dal 1953 al 1958 racconteranno l’Italia del dopoguerra partendo dalla provincia del film di Comencini, che attraverso una serie di personaggi improntati alla simpatia e alla genuinità, un cast in stato di grazia e una trama esile esile, ma con tutti gli ingredienti giusti per coinvolgere gli spettatori, su tutti l’onnipresente peripezia amorosa, riesce nel lontano 1953 a sbancare i botteghini, dare vita ad un prolifico filone e a lanciare una splendida Gina Lollobrigida, che ritrae un personaggio che rimarrrà nell’immaginario di un’intera generazione di spettatori.

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Le avventure di Pinocchio, recensione

Le avventure di Pinocchio - 2ver []

Il falegname Geppetto (Nino Manfredi) povero in canna con un ciocco parlante regalatogli da Mastro Ciliegia (Ugo D’Alessio) scolpisce il figlio mai avuto che dovrebbe confortarlo nella vecchiaia, ne nasce il burattino Pinocchio (Andrea Balestri) che in una notte verrà, grazie alla magia della Fata Turchina (Gina Lollobrigida), tramutato in un bambino.

Pinocchio però si rivelererà per Geppetto una fonte inesauribile di preoccupazioni e guai, svogliato, ribelle e inguaribile bugiardo, Il ragazzino venderà i libri di scuola per finire nel teatro di burattini gestito da Mangiafuoco (Lionel Stander), verrà derubato dalla coppia di ladri e truffatori il Gatto e la Volpe (Franco Franchi e Ciccio Ingrassia) e finirà trasformato in un ciuchino grazie all’amico e cattiva compagnia Lucignolo (Domenico Santoro).

Dopo essere stato inghiottito da una balena nella cui pancia incontrerà il suo Babbino Geppetto con il quale fuggirà dall’insolita prigione, Pinocchio tornerà finalmente a casa pronto a comportarsi da bravo figlio e scolaro, confortato dall’amore del padre e della Fata Turchina.

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Calabria Film Festival 2009: Festival Internazionale Cinema, Ambiente & Paesaggio

programma []Dall’8 al 12 dicembre 2009 Reggio Calabria ospita per il terzo anno il Calabria Film Festival, manifestazione in costante evoluzione e che si accinge per la terza volta a presentare una ricca programmazione che ruoterà come di consueto attorno alla temtica del paesaggio e dell’ambiente sempre in relazione all’uomo,  con una selezione ufficiale sempre più ricca ad ogni nuova edizione di opere internazionali.

Visto il costante divenire di nuove sezioni quest’anno particolare attenzione verrà dedicata alla sezione sui film d’animazione e alle nuove tecnologie come il 3D, con un ricco cartellone che proporrà il meglio delle più recenti produzioni, tra queste  una versione 3D dei classici Nightmare Before Chrìstmas e Toy Story, nonchè l’ultimo capolavoro Disney-Pixar Up.

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Il compagno Don Camillo, recensione

locandina []Brescello sta per essere gemellata con una cittadina dell’Unione Sovietica tra polemiche e festeggiamenti, Don Camillo (Fernandel) decide così di infiltrarsi nel comitato in trasferta nella cittadina russa spacciandosi per un irriducibile compagno anticlericale con tanto di documenti falsi, ricattando il recalcitrante sindaco Peppone (Gino Cervi), che per nascondere una scappatella accetta suo malgrado il clandestino.

Giunti a destinazione e dopo qualche imprevisto causato da un pò di maretta ai vertici del governo, il gemellaggio può aver inizio con una full-immersion interculturale a base di arte, cultura e grandi mangiate, ma Don Camillo rischia di far saltare la sua copertura quando decide di aiutare un prete a difendersi dal regime e dal manesco sindaco locale con un corso accelerato di difesa personale.

I due compagni per forza si ritroveranno a passare qualche disavventura di troppo, che porterà Peppone in ospedale a smaltire una gara di  bevute a base di vodka e Don Camillo espulso e costretto ad affrontare il viaggio di ritorno orfano dell’amico/nemico vittima di un ricovero coatto nonchè di un giornalista che ha trovato l’anima gemella.

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Don Camilllo e l’onorevole Peppone, recensione

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In un clima agitato dalle elezioni, il sindaco Peppone (Gino Cervi) comunista militante si vuol candidare come deputato, ma gli serve la licenza elementare per poter aspirare al seggio, cosi si preparerà ad un esame che vedrà coinvolto anche Don Camillo (Fernadel), il parroco della cittadina di Brescello che vede il sindaco rosso come fumo negli occhi.

Così continuerà tanto per cambiare il duello tra i due a suon di dispetti ed esilaranti ritorsioni con Peppone che durante la campagna elettorale avrà a che fare con un comizio molto particolare, il ritrovamento di un carro armato e una liason con una compagna, e il sempre più agitato Don Camillo coinvolto in un misterioso furto di pollame e impegnato con le sue consuete chiacchierate con il Cristo.

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Tutti a casa, recensione

Tutti a casa []8 settembre 1943, la notizia dell’armistizio tra l’esercito italiano e le  forze anglo-americane scatena euforia, ma anche notevole confusione, al grido di tutti a casa molte truppe si sfaldano, le diserzioni si fanno frequenti e difficilmente contrastabili, l’insofferenza si fa sentire anche nella truppa capitanata dal sottotenente Alberto Innocenzi (Alberto Sordi) che si trova a dover fare i conti con un moto di ribellione da parte dei suoi soldati e una serie di defezioni.

Ligio al doivvre Innocenzi cerca di convincere la sua truppa che bisogna attendere gli ordini del comando prima di abbandonare, ma la maggioranza dei suoi subalterni si da alla macchia, con lui rimangono solo il sergenete Fornaciari (Martin Balsam),che è ormai a pochi chilometri da casa sua, e il soldato semplice Ceccarelli (Serge Reggiani) che deve ragggiungere Napoli e non se la sente di affrontare il lungo viaggio da solo.

I tre indossati abiti civili si mettono in viaggio verso casa, lungo la strada incontreranno alcuni partigiani, assisteranno all’esecuzione per mano dei tedeschi di un loro commilitone reo di aver coperto la fuga di una ragazza ebrea, e giunti a a casa di Ceccarelli quest’ultimo finirà arrestato per aver dato asilo ad un soldato americano.

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L’imperatore di Capri, recensione

loc36Antonio De Fazio (Totò) è un semplice cameriere che lavora in un albergo di Napoli, quando il destino gli gioca un bel tiro, Antonio viene scambiato da un’ospite dell’albergo, l’affascinante Sonia Bulgarov (Yvonne Sanson), per il nobile Bey di Agapur, nientemeno che l’uomo più ricco del mondo.

All’incredulo Antonio non pare vero, finalmente un pò di divertimento e fuga da una noiosa esistenza, cosi accettato un appuntamento con Sonia si ritrova invitato in una lussuosa tenuta a Capri, pronto a godersi nuova identità e relativi e graditissimi effetti collaterali.

Così il cameriere napoletano vive il  suo sogno, corteggiato da bellissime donne nella cornice della splendida Capri, ma le bugie hanno le gambe corte e i sogni per quanto meravigliosi e ad occhi aperti sono sempre destinati a terminare, per Antonio il riveglio è alquanto brusco perchè scoperta la sua vera identità, c’è una bella accusa di truffa ad attenderlo, ma il destino benigno ha ancora un regalo da fargli.

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