Ciao Alberto, ci manchi

Ciao Alberto, sono passati 10 anni da quel maledetto 24 febbraio 2003. E’ stato l’ultimo giorno in cui eri su questa terra e già allora eravamo certi che saresti rimasto … Leggi il resto

I nuovi mostri, recensione

Torniamo ad occuparci dei classici della commedia al’italiana, quella che ci manca tanto e che stavolta bissa con il sequel I nuovi mostri, ideale evoluzione all’insegna del cinico andante del memorabile I Mostri diretto nel ’63 da Dino Risi e interpretato da Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Il film è del ’77 quindi parte della società italiota ha avuto tutto il  il tempo di involvere e regredire verso lo stato brado,  malcelato da un’artificiosa e confusa idea di modernità e uno sfrenato consumismo all’insegna dell’ostentazione a prescindere. La formula resta quella del film ad episodi, anche se stavolta si punta al film corale con un cast decisamente nutrito che oltre al ritorno del dinamico duo Tognazzi/Gassmann, vede l’arrivo dell’Albertone Nazionale e di Ornella Muti, mentre a Risi si  unoscono in cabina regia Ettore Scola e Mario Monicelli.

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Una botta di vita, recensione

Due pensionati, Elvio Battistini (Alberto Sordi) e Giuseppe Mondardini (Bernard Blier), stanchi di passare l’ennesimo afoso ferragosto a fissar mosche e abbandonati dalle rispettive famiglie, decidono di concedersi una fuga in automobile diretti in quel di Bordighera per trovare un amico. I due improvvisati compagni di viaggio provengono da mondi piuttosto diversi, colto ed elegante Giuseppe, genuino e piuttosto terra terra Elvio che però può vantare un eroico gesto durante la guerra che gli è costato una gamba.

Purtroppo la tappa a Bordighera non avrà l’esito sperato perchè l’amico da incontrare è morto, ma fatte le condoglianze di rito alla vedova e ripreso il viaggio, la coppia di allegri vegliardi incrocerà una bella ragazza che scroccando un passaggio porterà i due a sconfinare in Francia dove il riluttante Elvio, che ha qualche conto in sospeso con gli abitanti d’oltralpe, verrà convinto dall’amico viveur a cogliere l’attimo e tra grigliate sulla spiaggia e presunte nottate di sesso sfrenato, tra i due ben presto i nodi verranno al pettine e la resa dei conti, oltre che esilarante sarà alquanto rivelatoria.

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Troppo forte, recensione

Oscar Pettinari (Carlo Verdone) è un’aspirante attore e stuntman che vive alla periferia di Roma e che frequenta assiduamente gli studi di Cinecittà con la speranza di imbroccare il film e magari il produttore giusto, che gli permettano finalmente di realizzare il suo sogno, che è quello di emulare i suoi eroi di film d’azione preferiti. Tra un sogno e l’altro Oscar fantastica su un futuro da star hollywoodiana creandosi un piccolo seguito tra i ragazzi del suo stesso quartiere, fino a quando non incontra l’eccentrico avvocato Giangiacomo Pigna Corelli Inselci (Alberto Sordi) proprio dopo essere stato scartato ad un provino da un produttore americano, che aveva sottolineato quanto la sua faccia da bamboccione fosse inadatta al ruolo da duro che stava cercando.

Oscar è demoralizzato, quella era l’occasione di una vita e così in cerca di riscatto si lascia convincere dall’avvocato Inselci ad inscenare un incidente stradale con l’intenzione di incastrare il produttore americano e carpirgli un salato indennizzo e perchè no, anche un bel contratto per un film d’azione da girare oltreoceano da protagonista assoluto.

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E’ morta Anna Longhi

Nel pomeriggio è deceduta l’attrice romana Anna Longhi, soprannominata affettuosamente dai suoi fan La buzzicona, soprannome legato ad alcuni ruoli recitati al fianco di Alberto Sordi che oltre a dargli notorietà l’hanno trasformata in un una beniamina del pubblico.

La Longhi è deceduta a causa di una complicazione cardiaca sopraggiunta in seguito ad un ricovero in ospedale per una polmonite, a dare la notizia in diretta la conduttrice Barbara d’Urso durante la trasmissione Mediaset Pomeriggio Cique.

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Un’estate al mare, recensione

Film ad episodi che ci racconta sette giornate di un’estate italiana trascorsa al mare in altrettante distinte location balneari:

Nicola (Lino Banfi) è un emigrante fuggito dal suo paese dopo varie vicissitudini coniugali che lo hanno portato a voler riscattarsi agli occhi dei suoi compaesani, così sgobbato all’estero per anni tra pizzerie e lavori manuali e raggiunta la pensione, Nicola accumula una cifra consistente così da rientrare a casa con una macchina nuova di pacca, una bella moglie affittata tutta da invidiare e un assegnone da devolvere che ne farà un benefattore agli occhi dei suoi compaesani e forse cancellerà la nomea di cornuto acquisita prima della sua partenza.

Cecco (Massimo Ceccherini) è un accanito tifoso della Fiorentina che in vacanza a Forte dei Marmi incrocia uno dei suoi idoli calcistici, il portiere del Real Madrid in compagnia della sua fidanzata, Cecco non ha nessuna intenzione di lasciarsi sfuggiore l’occasione di avere in anteprima la notizia di un passaggio del giocatore alla sua amata Fiorentina, ma ben presto la sua invadenza passerà dallo stalking al pronto soccorso.

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C’era un cinese in coma, recensione

Ercole Preziosi (Carlo Verdone) è un agente di spettacolo di basso profilo, per lui sagre di paese, qualche concorso di bellezza provinciale e un parterre di artisti da rappresentare davvero desolante, tra cui l’unico che sembra dargli qualche soddisfazione finisce in malora gettandolo nella disperazione più nera.

A casa per Ercole va pure peggio con un’algida moglie russa schiava della chirurgia plastica e sempre più nevrotica ed una figlia che sembra un’estranea, incapace di trovare alcuna confidenza con un padre latitante troppo spesso fuori casa per lavoro.

Proprio quando per Ercole sembra imminente il disastro, ecco arrivare l’occasione di una vita grazie al suo autista, l’aspirante comico Nicola Renda (Beppe Fiorello) che non solo salverà una serata in extremis esibendosi al posto di un artista di Ercole, ma si rivelerà un talento comico cinico e provocatorio che sembra incontrare i gusti della grande platea.

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E’ morto Angelo Infanti

E’ morto ieri in un ospedale di Tivoli Angelo Infanti, l’attore settantunenne, ricoverato dopo un malore nella giornata di sabato è deceduto a causa di un arresto cardiaco. Il volto di Infanti è indissolubilmente legato al personaggio di Manuel Fantoni che l’attore interpretò in Borotalco, uno dei grandi successi di Carlo Verdone.

Nonostante la sua notorietà presso il grande pubblico sia legata a due film di Verdone, il già citato Borotalco, ma anche all’esordio di Verdone su grande schermo Bianco, Rosso e Verdone, Infanti ha una corposa filmografia alle spalle che lo vede apprezzato interprete per molte pellicole internazionali e tanto cinema di genere.

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E’ morta Caterina Boratto

Si è spenta ieri all’eta di 95 anni l’attrice italiana Caterina Boratto, nota per aver interpretato molte pellicole del cosiddetto cinema dei telefoni bianchi e che debuttò nel lontano 1937 nel film Vivere! di Guido Brignone accanto al tenore Tito Schipa.

Caterina Boratto nasce a Torino il 15 marzo 1915, dopo il debutto la ritroveremo ancora sotto la guida del regista Guido Brignone in Romanzo di un giovane povero (1942) al fianco di Amedeo Nazzari e Paolo Stoppa, per poi confrontarsi l’anno dopo con Anna Magnani in Campo de’ fiori di Mario Bonnard.

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Festival di Venezia 2010, omaggio ai grandi comici italiani

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Doveroso omaggio quello che la prossima 67° Mostra del Cinema di Venezia dedica ai grandi attori comici italiani che hanno contribuito con il loro lavoro e le loro maschere a consolidare e rendere memorabile la classica commedia all’italiana, da quella genuina da B-movie fino ai grandi cult che hanno lanciato mostri sacri come Alberto Sordi e Vittorio Gassmann.

La kermesse veneziana farà come di consueto le cose in grande, abbracciando con la sua retrospettiva un periodo che va dal 1937 fino alla fine degli anni’80 con un programma di proiezioni che riproporanno nella giusta prospettiva le performance di attori come Banfi, Buzzanca, Pozzetto, Montesano mostrandone le pellicole all’epoca sin troppe volte snobbate e che riviste oggi e paragonate con le più recenti produzioni, non possono che fruire di una doverosa rivalutazione.

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Il segno di venere, recensione

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Agnese e Cesira (Sophia Loren e Franca Valeri) sono due cugine che vivono insieme a Roma in casa del padre di Agnese (Virgilio  Riento) e con la zia napoletana Tina (Tina Pica). Agnese originaria del meridione è una bellezza procace di quelle che non passano certo inosservate, mentre Cesira milanese doc è proprio il contrario, decisamente meno appariscente della cugina vive costantemente al’ombra di quest’ultima, inconsapevole che Agnese in realtà la invidia per la libertà di cui dispone e per il lavoro che la rende indipendente.

Cesira all’apparenza così seriosa, perfettina e ligia al lavoro in realtà ha come tutto le donne un sogno romantico nel cassetto e si affida spesso all’astrologia pensando di ricevere finalmente la notizia di uno spasimante in  arrivo, così un bel giorno gli viene confidato da una chiromante che quello che sta per attraversare è il periodo migliore per trovare l’amore e di non lasciarsi scoraggiare da un eventuale disinteresse dell’uomo che incontrerà, perchè in realtà dietro si cela una passione inespressa.

Così Cesira, che non ha nessuno intenzione di lasciarsi scappare l’occasione di una vita, si impegna al massimo per scoprire chi sarà il suo misterioso Principe azzurro e naturalmente nella ricerca incontrerà ciarlatani, artisti falliti e piccoli cialtroni che approfitteranno senza vergogna della sua speranzosa ingenuità.

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Vittorio Gassman, ricordando ‘Il Mattatore’

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Oggi ricorre il decimo anniversario della morte di Vittorio Gassman (1922-2000) grande attore e vero mattatore della commedia all’italiana che fu, Gassman ha rappresentato per più d’una generazione il cinema nella sua forma più fascinosa, popolare e carismatica.

Grande professionista, attore impegnato ed istrionico guitto, Gassman come ogni attore che proviene dal teatro era capace dosare a piacimento le proprie performance grazie al registro drammatico affinato sul palcoscenico, esperienza che gli permetterà di indossare di volta in volta maschere ciniche, spassose e malinconiche che come il collega Alberto Sordi raccontavano di un Italia un pò cialtrona e strafottente, ma ancora capace di una vitalità contagiosa, tanto genuina quanto lontana anni luce da quella italiota rappresentata negli odierni cinepanettoni.

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