Blood Story, recensione in anteprima


Owen (Kodi Smit-McPhee) è un ragazzino dodicenne introverso e perseguitato da alcuni bulli che frequentano la sua stessa scuola, come se non bastasse i suoi genitori stanno divorziando e lui che vive con la madre ne subisce tutta la tensione, con una madre in crisi e una figura paterna latitante.

Owen non ha amici e si ritrova spesso solo nel cortile del palazzo in cui abita e una sera fa la conoscenza di Abby (Chloe Moretz), una misteriosa ragazzina trasferitasi da poco nell’appartamento accanto al suo, con quello che Owen immagina sia il padre.

In realtà quando in città cominceranno a spuntare cadaveri dissanguati, scopriremo che l’uomo che vive con Abby è una sorta di custode che si occupa di lei e procaccia sangue alla piccola che si rivelerà essere in realtà un vampiro.

Quando Owen scoprirà che la sua piccola amica è una creatura della notte, dopo un primo momento di sconcerto e paura, capirà di aver trovato un’anima affine con cui condividere una profonda solitudine e un bisogno sconfinato di amore e la accetterà così com’è, andando oltre la letale creatura che alberga in lei.

Blood Story è quello che si può definire un istant-remake, un genere di operazione che ha recentemente figliato sbiadite fotocopie come Quarantena, horror ispirato al cult spagnolo Rec, operazioni che troppo spesso si rivelano solo un mero tentativo di far cassa, sfruttando idee altrui all’insegna della pigrizia creativa e del massimo profitto.

l’idea stavolta è di replicare in salsa statunitense un piccolo gioiello svedese, quel Lasciami entrare di Tomas Alfredson basato sull’omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist, che si rivelò alla sua uscita un sorprendente exploit indie e che bisogna ammettere questo remake, diretto dal Matt Reeves regista del mockumentary sci-fi di JJ Abrams Cloverfield, non solo rispetta, ma rilegge in maniera intelligente mettendone in luce nuove e sorprendenti sfumature.

Reeves si avvale di un terzetto di attori di altissimo profilo, il veterano Richard Jenkins memorabile protagonista de L’ospite inatteso, il giovane Kodi Smit-McPhee figlio di Viggo Mortensen nel post-apocalittico The Road e infine la giovanissima rivelazione del 2010 Chloe Moretz, che dopo la strepitosa performance nel cinecomic Kick Ass nei panni della sboccatissima supereroina Hit Girl, bissa in questo anomalo vampire-movie lasciando un segno indelebile con la disperante e immortale solitudine della sua tormentata Abby.

Reeves si discosta quel tanto che basta dall’originale per trasformare questo remake in una piacevole riscoperta, mantiene ritmo e intenti dell’originale, omaggiandolo con inquadrature e dettagli, poi aggiunge una decisa impronta personale e lascia che i due talentuosi protagonisti facciano il resto.

Note di produzione: il film è stato presentato fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2010, sembra si voglia realizzare un prequel a fumetti della pellicola, la colonna sonora del film è stata composta da Michael Giacchino assiduo collaboratore di JJ Abrams e autore delle musiche del reboot di Star Trek e del televisivo Lost.