La furia dei Titani, recensione

Dopo aver sconfitto il mostruoso Kraken, il semidio Perseo (Sam Worthington) ora vive come un semplice pescatore con suo figlio di 10 anni Elios (John Bell). Ben presto però suo padre Zeus (Liam Neeson) chiederà il suo aiuto preoccupato che i poteri degli Dei si stiano indebolendo e che le pareti del Tartaro si stiano sgretolando a  causa della mancanza di devozione degli esseri umani liberando demoni e mostruosità indicibili Perseo però rifiuta di farsi coinvolgere per rispettare un giuramento fatto alla nascita di suo figlio. Zeus, comprendendo le ragioni del figlio indice una riunione negli inferi dove governa suo fratello Ade (Ralph Fiennes) esiliato in quel luogo di tenebra e dannazione proprio da Zeus. Alla riunione partecipano anche Poseidone (Danny Huston) e l’altro figlio di Zeus, il livoroso dio della guerra Ares (Edgar Ramirez).

Quello che però doveva essere un incontro in cui mettere da parte vecchi rancori e unire le forze, diventerà ivece una trappola per Zeus che tradito da Ade e Ares verrà dato in pasto al dio e titano del tempo Kronos, il quale una volta assorbiti i suoi poteri si prepara a spezzare le catene che lo relegano nagli inferi per camminare di nuovo tra gli esseri umani seminando morte, caos e distruzione. Toccherà quindi a Perseo,  nonostante il giuramento fatto, unirsi alla regina Andromeda (Rosamund Pike) e ad Agenore (Toby Kebbell), un altro semidio figlio di Poseidone per raggiungere insieme il regno di Ade, liberare suo padre Zeus e impedire che l’ira del furente dio Kronos devasti il mondo.

Dopo il non proprio esaltante Scontro tra titani, remake del classico anni ’80 Scontro di Titani, torna Sam Worthington e il team di dei e titani per una seconda incursione nella pseudo-mitologia greca rivisitata, molto liberamente da Hollywood e in questo caso con un 3D convertito che non fa danni e questo già non ci sembra poco, oltre ad un regista, il sudafricano Jonathan Liebesman che dimostra ancora una volta di avere molta dimistichezza con action ed effetti visivi, all’attivo per lui il prequel Non aprite quella porta: L’inizio e il bellico con alieni invasori World Invasion.

La furia dei titani con un budget superiore al suo predecessore (150 milioni di dollari contro 125) non si perde in ciance, entra subito nel vivo con una sequenza iniziale che sembra uscita dritta dritta dal primo Transformers (lo scontro nel deserto tra i marines e lo scorpione mutaforma Decepticon) e ci fa subito capire che l’azione sarà il punto focale dell’intera operazione, con l’aggiunta di una certa modernità nell’approccio con l’iconografia mitologica e anche una voluta nonchalance nei dialoghi e nel tratteggiare i personaggi spesso autoironici e sopra le righe.

La furia dei titani guadagna diversi punti rispetto all’opaco predecessore, mostrandosi tecnicamente ineccepibile, stavolta su schermo le titaniche creature abbondano, ma come si percepiva anche nel primo film e in operazioni come il recente reboot di Conan il barbaro al film manca quell’alone di fascinoso stupore dei sempiterni classici del genere, quell’afflato epico che la tecnologia e gli effetto visivi sembrano aver irrimediabilmete edulcorato, insomma questo sequel è senza dubbio un solido action fanta-mitologico di molto superiore al suo predecessore, ma una volta spenta la sfarzosa giostra, resta davvero qualcosa di emotivamente tangibile dei personaggi che dovrebbero rappresentare la quintessenza dell’epico in celluloide?

Nel film si parla di Dei indeboliti e timorosi della morte che stanno perdendo schiere di devoti perchè incapaci dall’alto del loro status di interagire con l’umanità, a noi questa ci sembra una perfetta metafora dell’odierna Hollywood che sembra aver perso, non sappiamo quanto irrimediabilmente, la voglia di raccontare storie nuove crogiolandosi tra sequel, remake, reboot, prequel, spin-off, tonnellate di effetti visivi e un imperante 3D che ci pare stia diventando solo una mera scusa per dopare gli incassi.

Nelle sale dal 30 marzo 2012

Note di produzione: la sceneggiatura è stata scritta da Greg Berlanti (Lanterna verde); nel cast figura anche l’attore inglese Bill Nighy nei panni di Efesto; la colonna sonora è stata composta allo spagnolo Javier Navarrete collaboratore del regista Guillermo Del Toro per le musiche di La spina del diavolo e Il labirinto del fauno (nomination agli Oscar 2006 per la miglior colonna sonora).