La bocca del lupo, Pietro Marcello e la poesia di un cinema altro

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Si è conclusa con la vittoria di una pellicola italiana, la ventisettesima edizione del Torino Film Festival, e come da pronostici è stato La bocca del lupo di Pietro Marcello a conquistarsi l’ambito riconoscimento della rassaegna torinese, un film che racconta la vera storia d’amore tra due ex-detenuti in quel di Genova, l’emigrato Enzo e il travestito Mary, è la prima volta che un film italiano vince il Festival di Torino e Gianni Amelio neo-direttore non nasconde un certo orgoglio per il risultato raggiunto.

A La bocca del lupo è andato anche il premio FIPRESCI, la giuria ha così commentato l’assegnazione:

Siamo fieri di dare questo premio ad un film sulla vita ai margini economici e sociali, tra il reportage e il melodramma. Un film poetico che contrappone immagini d’archivio a immagini girate oggi a Genova, tra Storia pubblica e Storia privata.

Ed ora dopo i convenevoli di rito scopriamo qualcosa in più sulla trama del film:

Enzo (Vincenzo Motta) emigrato siciliano torna a Genova dopo quattordici anni passati in carcere dove ha conosciuto e si è innamorato di Mary (Mary Monaco) un travestito detenuto nel braccio dei transessuali per una storia di droga. L’amore e il sogno di una vita tranquilla e una casa di campagna li accomuna, e una volta uscita Mary ha pazientemente aspettato il suo compagno che ora, finalmente libero potrà trascorrerle accanto il resto della vita.

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Sentiamo adesso come racconta Genova, la location del suo film, lo stesso Marcello che ricordiamo ha debuttato a Torino con il suo primo lungometraggio:

Prima del film non conoscevo bene Genova, gli unici ricordi erano i racconti di mio padre che come marittimo meridionale da lì si imbarcava, e per tutta la sua giovinezza Genova ha rappresentato la città ideale. Mi raccontava sempre di quanto era bella, delle tripperie e del suo cielo. Io ho conosciuto un’altra Genova, l’area dell’angiporto, dove – come nella maggioranza delle città del Nord – sempre di più si estingue il tessuto sociale, dove la memoria è impressa nelle pietre di Sottoripa. Ho provato a raccontare il presente attorno a me, mentre la nostalgia del Novecento è rappresentata attraverso i repertori, filmini amatoriali e non, realizzati da genovesi di lunga generazione.

Concludiamo con una breve biografia del regista e la scheda del suo film:

00274770_bPietro Marcello cineasta casertano classe 1976, debutta su Radiotre nel 2002 con il radiodocumentario Il tempo dei magliari a cui farà seguito il debutto alla regia con i corti Carta e Scampia. Dopo il documentario La baracca e la docufiction girata in Costa d’Avorio Grand Bassan, nel 2007 la partecipazione alla 64a Mostra del Cinema di Venezia con Il passaggio della linea, documentario realizzato interamente a bordo dei treni espressi che attraversano l’Italia e che gli vale il premio Pasinetti DOC e una menzione speciale nella sezione DOC.it. infine l’incontro casuale tra i vicoli di Genova con Enzo Motta il futuro protagonista de La bocca del lupo.

LA BOCCA DEL LUPO

REGIA, SOGGETTO,SCENEGGIATURA,FOTOGRAFIA:
Pietro Marcello
MONTAGGIO:
Sara Fgaier
MUSICA:
Era
SUONO:
Manuele Vernillo
INTERPRETI
Vincenzo Motta, Mary Monaco
PRODUTTORI:
Nicola Giuliano, Francesca Cima, Dario Zonta
PRODUZIONE:
Indigo Film, l’Avventurosa Film