Die Hard 2-58 minuti per morire, recensione

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Un’altro Natale piuttosto movimentato per il poliziotto John McClane (Bruce Willis) che dopo l’indimenticabile party a base di terroristi ed esplosioni al Nakatomi Plaza, stavolta attende la moglie in arrivo da Los Angeles all’aeroporto di Washington.

Dopo aver notato strani movimenti, i sensi di sbirro gli pizzicano quando vede due individui alquanto sospetti cercare di penetrare nella zona bagagli, ne scaturisce un’inseguimento e uno scontro a fuoco che culmina con la morte di uno dei sospetti, la fuga dell’altro, e McClane arrestato e scortato negli uffici della polizia aeroportuale.

Dopo uno scambio di convenevoli e distintivi, e qualche ironica battuta di rito, McClane viene rilasciato, mentre il sopravvissuto alla sparatoria si riunisce ad un gruppo di terroristi che in una chiesa abbandonata nelle vicinanze dell’aeroporto, si sta organizzando per intercettare un volo in arrivo su cui viaggia un ex-generale aspirante dittatore, estradato da un governo centroamericano.

Naturalmente visto che l’atmosfera natalizia sembra aver rimbambito un pò tutti toccherà come al solito al povero Mcclane metterci una pezza, occupandosi del manipolo di pericolosi militari e passando un altro Natale a dar la caccia a letali terroristi armati fino ai denti ansiosi di fargli la pelle.

Seconda puntata per il poliziotto più ironico e letale degli anni’80, stavolta John McTiernan passa la mano al quasi esordiente Renny Harlin, sino ad allora di rilevante nel curriculum solo un discret0 quarto capitolo della serie Nightmare, e bisogna dire che il trentenne regista finlandese sfodera un istinto per l’action davvero notevole, istinto non sempre ben sfruttato, ma che negli anni a venire ci regalerà, tra un flop e l’altro, anche discrete pellicole come Cliffhanger e il recente 12 rounds.

Die Hard 2-58 minuti per morire si rivela un degno sequel dell’impareggiabile Trappola di cristallo, stavolta la location si amplia, con l’aggiunta di ulteriore dinamismo grazie ad inseguimenti, spettacolari atterraggi di fortuna, le consuete e fracassone sparatorie, nonchè la canonica sequela di battute ormai marchio di fabbrica del rodato protagonista, senza dimenticare l’aggiunta di un Franco Nero guest star in una convincente versione villain.