500 giorni insieme, recensione

locandina []Futuro Architetto che scrive cartoline per una società di biglietti d’auguri lui, splendida collega d’ufficio, nuova segretaria del capo lei.

Tom (Joseph Gordon-Levitt) Romantico, follemente innamorato che crede nel colpo di fulmine, Sole (Zooey Deschanel) ribelle, un pò  spaventata, nonchè per nulla pronta ad un legame duraturo e impegnativo, sembra non credere affatto  nell’amore con la A maiuscola.

500 giorni insieme tra alti e bassi, follie romantiche, lacrime e sogni fragili come cristallo, il tutto all’insegna del cuore, delle emozioni e di una folle paura, ma con in fondo una gran voglia di lasciarsi andare rischiando di essere inesorabilmente travolti dai sentimenti.

Sorprendente mix tra film indipendente con una coraggiosa e ricercata impronta visiva, e comedy romance nel senso più stretto ed ammiccante del termine, tra split- screen, omaggi cinefili, frasi ad effetto, salti temporali, partiture emotive e digressioni da cartoon, un montaggio geniale e la voglia di raccontare un amore attuale e figlio delle odierne paure e insicurezze.

Il regista esordiente Marc Webb punta su una coppia dalla chimica indiscutibile, fragile, ma determinato Gordon-Levitt, aria da eterea aliena la Deschanel, pezzi alla rinfusa di un colorato puzzle emotivo tutto da completare.

Fenomeno commercial-indipendente a parte, quello che colpisce di questa comedy è una freschezza visiva davvero intrigante che vogliamo specificarlo noi non preferiamo alla comedy romance più classica che rimane un genere a se, questa di Webb è una pellicola che si pone a mezzavia tra due mondi, che come dimostra questo film possono conciliarsi con una certa intelligenza pur restando mondi ben distinti e definiti.

Il film di Webb è delizioso e merita una visione proprio perchè ci mostra un romance altro, che ha visivamente e narrativamente la forza e l’intelligenza di non barricarsi dietro l’etichetta di film d’autore, da vedere per rendersi conto che non tutti i fenomeni americani nascono dal nulla e perchè arriva da una vetrina come il Sundance che rimane uno dei festival dedicati al  cinema indipendente più intelligenti, che capisce sino in fondo il bisogno di arrivare al grande pubblico attraverso piccoli film.