Universal Soldier: Day of Reckoning, recensione in anteprima

John (Scott Adkins) si risveglia dal coma con il lancinante ricordo di sua moglie e della sua figlioletta brutalmente uccise, davanti ai suoi occhi, per mano di alcuni uomini mascherati penetrati nella sua casa nottetempo e di cui riesce a ricordare un unico volto, quello del soldato Unisol Luc Deveraux (Jean-Claude Van Damme) che John giura di scovare e uccidere.

Purtroppo per John il trauma sembra insuperabile e la ricerca di Deveraux alquanto complicata, infatti l’uomo si è nascosto insieme ad un gruppo di fedelissimi Unisol sfuggiti al controllo del governo, intento ad organizzare un vero e proprio esercito con l’intenzione di replicarne e sfruttarne forza sovrumana e incredibili capacità rigenerative per attuare una sanguinosa rappresaglia contro gli Stati Uniti, rei di aver reso schiavi lui e i suoi simili.

La ricerca di John lo porterà a scoprire verità che ignorava e che la sua memoria frantumata non gli permetteva di cogliere, la sua esistenza ha un’origine ben diversa da quella umana e il suo destino va oltre la vendetta e sarà lo stesso Deveraux a svelare a John il suo ruolo in una battaglia appena cominciata, in cui gli Unisol stanno lottando per affermarsi come una nuova e brutale razza dominante.

Non siamo mai stati grandi estimatori di questo franchise, a parte un primo film non proprio esaltante, la serie è andata via via perdendosi in sequel fiacchi, tentativi di pilot tv e direct-to-video di certo non memorabili, poi ci siamo trovati di fronte a questo Universal Soldier: Day of Reckoning, quarto capitolo del franchise, secondo diretto da John Hyams e primo a sfruttare il formato 3D e bisogna ammettere che l’ipercinetica regia di Hyams, particolarmente ispirata e ammiccante al mondo dei videogames, ha ridato al franchise uno spettacolare impatto cinematografico e una brutalità davvero sorprendenti.

La scelta di Hyams di curare la parte visiva con una regia istrionica e debordante ci ha salvato senza dubbio da un ennesimo fiacco sequel e ha regalato a questo nuovo capitolo una capacità di coinvolgimento che pesca a piene mani da tanto viscerale cinema di serie B, quello avulso ai cinefili più snob, ma ricco di inventiva e capace di arrivare alla pancia dello  spettatore senza troppi preamboli, risvegliandone il lato più percettivo, il film di Hyams in questo ricorda per certi versi l’efficacia di film come gli action 300 e Sucker Punch, entrambi diretti da Zack Snyder.

Chi cerca una trama articolata e dialoghi di spessore non troverà nulla di tutto ciò, Van Damme pronuncia una manciata di battute lungo l’arco dell’intero film, il protagonista idem, mentre a Dolph Lundgren, uno degli Unisol veterani, è dato il compito di cimentarsi in un enfatico e coinciso discorso alle truppe e in un violentissimo corpo a corpo con Adkins nel finale.

La cosa intrigante del film di Hyams è che ad un certo punto l’esile trama che lega gli eventi su schermo e che si collega direttamente al primo film della serie, ignorando tutto il resto, diventa presto superflua di fronte ad una regia testosteronica, che propone spettacolari scene di stunt, numerose riprese in soggettiva per sfruttare al meglio il 3D (la sequenza iniziale è di una immersività sorprendente e sembra uscita da un videogame di ultima generazione), elaborati piano-sequenza (vedi l’inarrestabile avanzata di Adkins nel tunnel situato nel covo degli Unisol) e ardite citazioni, Hyams omaggia nientemeno che il cult Apocalypse Now con un’ipnotica colonna sonora, una sequenza a bordo di una barca che richiama la parte finale del cult di Coppola e Van Damme con testa rasata che propone una versione brutale e geneticamente potenziata dello straniato Colonnello Kurtz.

Universal Soldier: Day of Reckoning è figlio di un cinema di ultima generazione legato a doppio filo al mondo dei videogiochi e alla ripresa in digitale e giudicato in questo contesto il film di Hyams non passa di certo inosservato e ha dalla sua il coraggio di portare un franchise ormai in stato vegetativo in nuova direzione, anche estetica, con tutti i rischi connessi che una scelta del genere comporta.

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Note di produzione: nel cast figurano anche Kristopher Van Varenberg (il figlio di Jean-Claude Van Damme), il boxeur professionista Roy Jones, Jr. e il campione bielorusso di Arti marziali miste Andrei “The Pit Bull” Arlovski; gli attori Scott Adkins, Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren hanno recitato insieme nel sequel I Mercenari 2.