True Justice-Stato di guerra, recensione

La squadra d’elite di agenti sotto copertura capitanata in quel di Seattle dal veterano Elija Kane (Steven Seagal) è di nuovo al lavoro. In questo nuovo capitolo sono ben tre i casi su cui indagare, il primo che fungerà da fil rouge in entrambe le tranche di questo doppio episodio vede Kane subire un tentativo di sequestro da parte di quelli che sembrano agenti della CIA. Quando una vecchia conoscenza rispunterà dal recente passato di Kane avvertendolo che c’è una taglia sulla sua testa pare messa da alcuni terroristi in cerca di vendetta, l’istinto suggerirà all’ex-operativo dell’Agenzia che sotto a questo avvertimento c’è qualcosa di poco chiaro. Così mentre Kane cercherà di trovare chi ha deciso di fargli la festa, il suo team indagherà su uno stupratore seriale in piena evoluzione che ha perpetrato il suo primo omicidio, su un sospetto pedofilo che occupa la poltrona di preside in una scuola privata e si troverà nel bel mezzo di una faida intestina tra malavitosi russi, che usano modelle per contrabbandare diamanti.

Sesto ed ultimo tv movie della serie True Justice creata, sco-sceneggiata e prodotta da Steven Seagal. Questo sesto film grazie alla parte spionistica si rivela il più solido e articolato dell’intera serie e dopo il precedente True Justice-La confraternita lo script ci permette di fare un po’ di luce sul passato del protagonista che include anche un periodo di militanza nella CIA, elemento quest’ultimo ricorrente in molti dei film interpretati da Seagal, specialmente quelli dell’ultimo periodo realizzati per il solo mercato home-video.

La regia di True Justice-Stato di guerra, che include ed unisce gli episodi Urban Warfare Part 1 & 2, torna nelle mani di Keoni Waxman che è anche co-produttore della serie.

Note di produzione: la serie True Justice arriva dopo il reality Steven Seagal: Lawman che seguiva l’attore nella sua attività di agente di polizia ausiliario della comunità di Jefferson Parish in Louisiana.