The Squad, recensione in anteprima dell’horror El Paramo

L’esercito colombiano perde il contatto con una base militare isolata tra le montagne e convinti che sia sotto attacco della guerriglia, un team di nove soldati altamente specializzati viene inviato ad indagare. Al suo arrivo il team non trova alcuna traccia di movimento nei dintorni della base, tutto tace e la fitta coltre di nebbia calata sulla zona non permette di capire se la base sia occupata da guerriglieri o se sia invece deserta.

Una volta entrati l’unica persona trovata all’interno della base è una donna del posto, visibilmente traumatizzata, legata e murata viva. Gradualmente l’isolamento, l’incapacità di comunicare con il mondo esterno e l’impossibilità di fuggire, minerà l’integrità e la sanità mentale dei soldati, facendogli perdere il controllo e ogni certezza circa l’identità del nemico, creando in loro dei dubbi sulla vera natura di quella donna strana e silenziosa che qualcuno comincerà ad additare come strega.

Dopo la morte di un membro del team e la fuga della donna la situazione sfuggirà di mano al più alto in grado, incapace di controllare i suoi uomini ormai irreparabilmente prigionieri della paura, della paranoia e di un oscuro segreto che condividono. Il gruppo andrà sfaldandosi, la catena di comando perderà di ogni valore, tutti metteranno in campo un bestiale istinto di sopravvivenza che li porterà a dare la caccia alla strega e a liberare i demoni che li stanno divorando trasformando quella base sperduta tra le montagne in un girone infernale.

Debutto alla regia per il regista colombiano Jaime Osorio Marquez che per il suo esordio su grande schermo si cimenta con un claustrofobico thriller-horror di pregevole fattura, che dimostra come si possa girare un horror low-budget realistico senza per questo dover ricorrere per forza di cose al formato mockumentary, ma riproponendone alcuni peculiarità visive con l’utilizzo massiccio di macchina a spalla e inquadrature ravvicinate.

The Squad aka El Paramo inizia come un horror a sfondo militare con suggestioni che ammiccano alla stregoneria e al filone della possessione demoniaca, per poi virare bruscamente verso i territori ansiogeni del thriller a sfondo psicologico giocato sulla paranoia e in questo caso ben supportato da un cast di talentuosi attori che anche nelle sequenze più enfatiche riescono a restare credibili e a regalare corpose dosi di ansia e inquietudine.

Marquez gioca con abilità sul filo della follia con un occhio sempre rivolto ad una potenziale svolta sovrannaturale e sfoderando un finale da brividi, la sua è una intrigante digressione sull’orrore della guerra che cela in menti labili e coscienze tormentate mostri da incubo.

The Squad è un altro di quei film che rischia di finire nel dimenticatoio ignorato dalla sempre più distratta distribuzione italiana ancor prima di poter mostrare quel che vale, quello che possiamo fare noi è darne una minima traccia affinchè titoli come questo non finiscano tra gli invisibili e a questo proposito torniamo a chiederci ma che fine hanno fatto i britannici The Children e Wake Wood, L’uruguayano The Silent House (La casa muda), il tailandese Laddaland, il nipponico Space Battleship Yamato, il canadese The Woman e gli americani Hobo with a Shotgun e Stake Land?.

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Note di produzione: nel cast tutto colombiano figura Andrés Castañeda già visto nel dramma L’amore ai tempi del colera di Mike Newell; il film di cui è in programma un remake americano è co-prodotto da Colombia, Argentina e Spagna ed ha fruito di un budget di poco superiore al milione di dollari.